Nato a Lodi, l’attaccante classe 2000 ha perso l’uso dell’udito per circa il 70% quando aveva appena sette anni. Non è stato un limite, non credo esista questa parola nel vocabolario del giovane Stefano Cappato. La sua passione per il calcio e più in generale per lo sport, va oltre qualsiasi cosa e così la sua carriera calcistica ha preso il via, rendendolo uno dei pilastri della Nazionale italiana non udenti.
Con la sua Nazionale, Cappato, ha disputato le Deaflympics, i Giochi Olimpici riservati agli atleti con disabilità uditive, in Brasile, il mese scorso. Insieme ai suoi compagni ha raggiunto un insperato quarto di finale, che però ha visto uscire sconfitta la Nazionale italiana nel confronto con quella ucraina. Baricentro basso e piedi buoni, tratti riscontrabili nel suo idolo più grande, niente meno che Diego Armando Maradona. Per il Pibe de Oro, l’attaccante lodigiano ha allestito un piccolo altarino, quasi per venerarlo.
La carriera calcistica di Stefano Cappato l’ha portato anche a calcare il palcoscenico della Serie D. Nella stagione 2018/2019 l’attaccante lodigiano ha indossato la maglia del Fanfulla, collezionando tredici presenze e mettendo a referto una rete. Capace di gestire al meglio la sua condizione, vissuta sempre con autoironia e mai intesa come disabilità, Cappato ha sviluppato nuove abilità in grado di permettergli di stare alla grande in un rettangolo di gioco. Visione periferica e velocità di pensiero sono solamente due delle sue caratteristiche principali, che spera possano servire alla sua Nazionale per conquistare l’oro nelle Olimpiadi di Tokyo del 2025.