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Stefano Cassani: “Essere ‘il figlio di’ non mi ha mai dato fastidio. Papà è un esempio”

stefano cassani

“Essere ‘il figlio di…’ non mi ha mai dato fastidio. Io ammiro la carriera di mio padre. Non può essere una cosa negativa”. Idee chiare, voce fiera e decisa: a parlare è Stefano Cassani, giovane allenatore 33enne che ha appena vinto il campionato di Eccellenza Emilia-Romagna con la Victor San Marino. Stefano è anche il figlio di Davide, storico ciclista italiano ed ex CT della nazionale italiana di ciclismo su strada, ma allo Zoncolan ha preferito i prati verdi. Papà Davide è una presenza costante e importante nella vita di Stefano, ma mai invadente. Su questo però torneremo in seguito.

Tra emozioni per la vittoria del campionato, il rapporto con il padre e gli obiettivi futuri, Stefano Cassani si è raccontato in esclusiva a seried24.com.

Stefano Cassani: “Il finale è stato favoloso, ma il viaggio è stato da subito bellissimo”

Una promozione arrivata con tre giornate d’anticipo, che per la Victor San Marino – squadra della Repubblica di San Marino – è simbolo di una rinascita dopo lo scioglimento del 2019. “È stata una grande emozione, una scarica di adrenalina importante. Questo è il mio primo successo d’allenatore. Che avessimo una rosa competitiva e costruita per vincere lo sapevamo. Il valore aggiunto di questa squadra è stato però l’ambiente che si è creato al campo ogni giorno. Il merito è della società, per come ti fa vivere tutto. Dal pre al post partita. Ho avvertito un ambiente positivo già l’anno scorso da avversario. C’è un clima di sana sportività e positività. Questo influisce anche sui ragazzi. Al campo chiunque è sorridente, è felice. Questa è stata la nostra arma in più. Il finale è stato favoloso, ma il viaggio è stato da subito bellissimo”.

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Il successo è del gruppo, ma c’è sempre qualcuno che riesce a “fare la differenza” dentro e fuori dal campo: è il capitano Alex Ambrosini, attaccante di 37 anni e capocannoniere della squadra con 17 gol. Alex Ambrosini è sicuramente uno degli uomini chiave. A livello tecnico non c’è bisogno di commentarlo, si conosce il suo valore. Ma a livello umano ha dato tantissimo ai ragazzi, ha sempre dato l’esempio, essendo maniacale nell’allenamento. Riguardo gli altri, faccio fatica a tenere fuori qualcuno perché anche chi ha giocato meno, quando è stato chiamato in causa, ha sempre risposto presente in maniera decisiva. I giocatori chiave sono stati tanti. Indico ‘Ambro’ per quello che è stato per tutta la squadra”.

“Capii di voler fare l’allenatore in una partita di Pulcini”

Classe 1989, 33 anni compiuti, 34 da festeggiare a ottobre. Stefano Cassani è un allenatore giovanissimo che alla sua seconda esperienza “tra i grandi” ha vinto un campionato di Eccellenza. La passione di allenare nasce però alcuni anni fa, quasi per caso. “Da giocatore ero poco roba. Poi all’università, a Urbino, per esperienze, tirocini e robe varie, iniziai ad allenare un po’ per caso nel paese dove sono nato. Collaboravo con le giovanili del mio paese a Solarolo, ho fatto 3-4 allenamenti, poi è arrivata la prima partita con i Pulcini e quello che ho vissuto a bordocampo mi ha colpito. Ho detto ‘questo è il posto dove voglio stare’. In quel momento non esisteva altro.

stefano cassani

Da lì ho deciso di iniziare a studiare, fare esperienze. Cose che continuo a fare quotidianamente, ‘rubando’ un po’ di mentalità da papà. Lui non mi ha mai imposto quale strada prendere, ma mi diceva ‘Quando ne scegli una, devi fare il possibile per arrivare’. Ovviamente non sono ancora arrivato, ma il risultato di domenica è un segnale che può essere la strada giusta”.

“Papà Davide è stata una presenza importante, ma non solo lui”

A proposito di ‘papà’, Stefano è un figlio d’arte che però si sta imponendo e realizzando in un altro sport. “Essere ‘figlio di…’ non mi ha mai dato fastidio. Io ammiro la carriera di mio padre. Non può essere una cosa negativa. Papà è stato sicuramente una presenza importante nella mia vita, ma da lui ho sempre preso gli esempi giusti per arrivare dove volevo. Non è mai stata un’etichetta perché anche lui aveva quasi ‘timore’. Oggi si è un po’ maliziosi, quindi se qualcuno ottiene qualcosa è perché ‘l’ha portato qualcuno’ o altro. Quindi è sempre stato fuori dalla mia carriera proprio per evitare questi pensieri. Ha inciso, ma come esempio. Mio padre è quello più noto nel quadro familiare, ma anche mia mamma era una sportiva. Era una pallavolista. In famiglia ho avuto diversi esempi. L’amore per il calcio, per dire, arriva da mamma e da nonno materno”.

Ma che rapporto ha Stefano con il ciclismo, sport di famiglia grazie al padre? Non ho mai voluto una bicicletta, confermo. Ma a me il ciclismo piace, a volte lo seguo. Non l’ho mai praticato perché non mi andava di provare. Sono sempre stato attratto da sport di competizione e duello. Calcio e tennis su tutti. Nel ciclismo invece il duello è con sé stessi. Ma è uno sport che mi piace guardare, mi diverto. A papà non è mai pesata questa cosa, non mi ha mai neanche chiesto di provare. Lui mi ha solo detto sempre di fare qualcosa non giusto per farla, ma per arrivare e realizzarmi”.

Stefano Cassani: “Innamorato della ‘panchina’ grazie a Guardiola, ammiro Pioli e Spalletti”

Giovane sì, ma con le idee chiarissime. Stefano Cassani studia e si aggiorna sempre per non lasciare nulla al caso. A farlo innamorare della ‘panchina’, però, è stato Guardiola. “Io mi sono innamorato di questo lavoro guardando il Barcellona di Guardiola del 2009 e del 2010. Mi piace anche la corrente attuale: i vari Nagelsmann, i Pioli e Spalletti in Italia. Amo un calcio propositivo e intenso. Gli esempi sono tanti e credo che, per la mia crescita, più si ‘ruba’ qualcosa di interessante, meglio è. Ma gli esempi sono anche nelle categorie inferiori: a me quest’anno piacciono tanto Catanzaro e Pro Sesto”.

Infine una domanda sul futuro e sulla Victor San Marino: “Non ci siamo seduti a parlare, ma sono stato da Dio lì. Loro penso che siano contenti del risultato. Credo quindi che ci siederemo e capiremo come strutturare la prossima stagione. Ora ci godiamo i festeggiamenti. Io stimo tantissimo questa società per l’opportunità, che non era scontata. Avevo allenato soltanto un anno con una squadra ricca di giovani. Il mio sogno? Quello di fare l’allenatore per mestiere. Solo questo”.

Non sarà lo Zoncolan o il Mortirolo, ma la salita per arrivare ai vertici è ancora ripida per Stefano Cassani. La strada è quella giusta. E la vittoria di un campionato d’Eccellenza a 33 anni, alla seconda esperienza ‘tra i grandi’, ne è la conferma.

A cura di Domenico Cannizzaro