Una società storica, un ragazzo che si sta affacciando al mondo dei grandi. Il legame tra Alcione Milano e Rovella parte da lontano. “All’Inter stavo bene, ci sono stato nove anni, lì avevo tutti i miei amici. Poi ci sono state delle incomprensioni. I genitori dei miei amici a un certo punto decidono di trasferirli all’Alcione, che era più vicino a casa. Io da un annetto o due facevo provini in giro: Milan, Inter… Ma quelli dell’Accademia non mi lasciavano mai andare. Mio padre allora trasferisce lì anche me: ‘Vai a giocare con i tuoi amici, divertiti, poi si vede‘”. Queste, raccontate a Sportweek da Nicolò Rovella, sono le parole del padre quando lo aveva convinto a firmare con l’Alcione Milano.
L’Alcione infatti, da molti anni ha raggiunto una posizione di riguardo nel calcio milanese, nonostante la differenza di blasone con Inter e Milan, identificandosi come uno dei settori giovanili più all’avanguardia del calcio italiano. Ora che hanno raggiunto la prima salvezza in Serie D, le ambizioni e la voglia di affermarsi sono tantissime così come quella di uscire, finalmente, dall’ombra delle due più ingombranti cugine. Andiamo a scoprire insieme perciò la storia e la realtà della terza squadra di Milano.
L’Alcione Milano è di fatti una squadra storica. Nasce nel gennaio 1952, conseguendo, nella sua storia, vari risultati significativi. Tutti però all’interno del panorama dilettantistico. Nonostante questo sono tantissimi i personaggi illustri che l’hanno rappresentata. Uno su tutti, Ernesto Pellegrini storico presidente dell’Inter prima di Moratti che qui, per anni ha guidato la società. L’Alcione, nel corso degli anni, è stata inoltre la casa di tantissimi giovani giocatori, alcuni dei quali cresciuti hanno scritto pagine importanti di storia del calcio. Giuseppe Dossena, ex Torino e Sampdoria oltre che campione del mondo nel 1982, Massimo Silva e Andrea Caracciolo tra gli altri.
Questo attaccamento al territorio e al suo passato, si è palesato soprattutto nel momento in cui hanno dovuto scegliere l’impianto in cui disputare la loro prima storica stagione in Serie D. La scelta ovviamente non è stata casuale e sicuramente non di poco valore. L’Arena civica; teatro dal ricchissimo passato. Questo infatti, era il salotto delle uscite milanesi di Napoleone che ha visto il debutto della nazionale italiana nel 1910 (6-2 alla Francia), ospitando in passato anche le partite di Inter e Milan. Qui inoltre, ha mosso i primi passi nel grande calcio, il giovane Peppin, quel Giuseppe Meazza che avrebbe poi rappresentato la milanesità del calcio. Ma non solo calcio, all’Arena Civica si sono registrate anche le imprese di Pietro Mennea, che proprio nello storico impianto milanese eguagliò nel 1972 il record europeo nei 100 e 200 metri.
Insomma, una società fortemente radicata sul territorio e che, nonostante la presenza così ingombrante delle due coinquiline più famose, è riuscita ad affermarsi. Da un anno poi, come sappiamo, ha raggiunto la storica impresa di arrivare in Serie D ed ora, da buona meneghina quale è, strizza l’occhio anche a traguardi più ambiziosi.
Non deve essere semplice emergere in una realtà così fortemente polarizzata dallo scontro tra Milan e Inter, che fagocita ogni attenzione in senso calcistico, ma l’Alcione ha trovato una sua dimensione. E’ uno dei settori giovanili più importanti del panorama italiano e da anni annovera tra i propri scritti centinaia di piccoli aspiranti calciatori. Abbiamo già nominato alcuni nomi importanti passati per via Kennedy (indirizzo del campo di allenamento delle giovanili ndr), e ad oggi, il settore giovanile conta oltre 500 iscritti. Tra l’altro proprio le giovanili della società milanese avevano fatto parlare di sè qualche mese fa, quando sono stati invitati alla Talent Trophy; competizione che si svolge ogni anno in Sardegna e che coinvolge le Academy dei maggiori club internazionali e italiani. Qui hanno addirittura battuto il Liverpool, perdendo al turno successivo contro il Milan.
Per quanto riguarda la prima squadra, quest’anno ha ottenuto il risultato minimo previsto. Una salvezza sofferta ma arrivata a compimento di un progetto basato principalmente su tanti ragazzi giovani. Ma, come detto, l’ambizione principale del club è quella di arrivare tra i professionisti e regalare alla città di Milano un’altra realtà calcistica di cui andare fieri.
A cura di Edoardo Gregori