In campo bomber, fuori rapper. Tedesco: “Felice di aiutare la gente tra gol e canzoni”

Ci sono dei momenti nella vita di una persona in cui cadere è facile, rialzarsi un po’ meno. E non importa che tu sia alto 190 cm e abbia un fisico imponente. È il caso di Emmanuele Tedesco, attaccante classe 1998 del Gladiator nel girone H, che oggi gioca e sorride a ogni gol, ma in adolescenza ha avuto dei momenti non semplicissimi. Ne è venuto fuori alla grande, grazie alle reti in campo e alle rime fuori, perché Tedesco – in arte “Santo Nueve” – è anche un rapper e nel 2019 salì alla ribalta della cronaca nazionale con la sua “Scarpette”.

“Ciao Emmanuele, come stai?”, “Ma insomma dai… Bene ma mi dispiace”. Comincia così la lunga chiacchierata con Emmanuele Tedesco: il riferimento è all’espulsione ricevuta domenica in Gladiator-Puteolana, terminata 2-1 per la sua squadra nonostante l’inferiorità numerica. “La prima ammonizione non c’era – dichiara Tedesco ridendo – Ho attaccato il primo palo su un cross e il portiere ha bloccato il pallone. Io ho continuato la mia corsa ma non l’ho toccato, lui è andato giù urlando e l’arbitro mi ha ammonito. Nella seconda ho cercato di evitare un contropiede nell’ultima azione del primo tempo, ma ho preso palla e gambe dell’avversario. Quella è giusta. Sono comunque orgoglioso dei miei compagni, che hanno fatto un’impresa portando i tre punti a casa”. Tra gol, obiettivi personali e di squadra, musica e quotidianità, Tedesco si racconta in esclusiva a seried24.com.

Tedesco: “Il Gladiator mi ha convinto in due minuti”

Un primo sfogo – quello dell’espulsione – per rompere il ghiaccio. Poi si comincia a parlare quasi come si fa al bar tra amici del suo ottimo inizio di stagione, visti i tre gol nelle prime cinque partite, di cui due all’esordio contro il Barletta. “Sono felice del mio avvio, ma ciò che è successo prima ormai è archiviato, non conta più. Dopo la squalifica devo tornare e fare il mio lavoro per dare un contributo alla squadra. Vogliamo raggiungere la salvezza, siamo un gruppo unito e tutti meritiamo di raggiungere l’obiettivo. A livello personale non mi piace prefissarmene uno specifico, anche per scaramanzia… (ride, ndr). Nella mia testa c’è un numero preciso di gol che voglio segnare, ma rimane con me fino a fine stagione”.

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In questa stagione Tedesco ha deciso di accettare la corte del Gladiator dopo una buona annata a Casarano. “Gladiator è una piazza che già conoscevo, avendoci giocato contro diverse volte e mi è sempre piaciuta. Quando mi hanno chiamato il mister e il direttore Tommaso D’Errico, ci hanno messo due minuti a convincermi. Questa è stata la prima volta in cui ho sentito da subito la fiducia della società. Credo sia stata la scelta più giusta che io abbia fatto da quando gioco”.

“Dopo l’annata a Picerno probabilmente dovevo scegliere la C”

Attaccante classe ’98, sembra già un veterano della categoria, avendo già giocato circa 150 partite in Serie D dopo un passato nel settore giovanile del Carpi. C’è un’annata in particolare però in cui Tedesco disputò un gran campionato: nel 2018/19 a Picerno, con 13 gol in 25 presenze quando non era ancora ventenne. “Ho un po’ di rammarico per il passato. Dopo l’anno a Picerno, in cui ho segnato tanto da under, volevo riconfermarmi in Serie D perché volevo arrivare in C da protagonista. Ad oggi ti dico che è stata una scelta sbagliata, dovevo andare tra i pro e giocarmi le mie carte. Poi ad Andria non è stato facile. L’ambiente era caldissimo e in quel momento mi serviva forse qualcosa di più tranquillo. Non che le pressioni siano un problema, ma ai tempi forse non ero pronto. Spero che adesso Gladiator sia la piazza perfetta per affermarmi”.

C’è una persona che ha influito – seppur indirettamente – nella carriera di Emmanuele Tedesco: è il fratello Mino, attaccante ritiratosi a febbraio 2022 e autore di circa 300 gol tra Serie D e Serie C. “Mio fratello ha influito indirettamente sulla mia carriera. Ero io che cercavo sempre il paragone, volevo raggiungerlo, superarlo, imitarlo, ma lui mi ha sempre lasciato libero nelle scelte. Forse in questo ho sbagliato, perché magari avrei dovuto chiedergli qualche consiglio in più. Lui mi chiamava sempre quando sbagliavo qualcosa per bastonarmi, ma poi mi ha sempre fatto fare le mie scelte. Da quando ha smesso mi sta seguendo di più e questo mi sta facendo tantissimo piacere“.

Fratelli sì, ma diversi per caratteristiche: “Lui è più dinamico, ha più le caratteristiche da seconda punta anche se in area era incredibile, sapeva già dove cadeva il pallone. Io sono più fisico e più statico”.

Non solo calcio: fuori dal campo Tedesco diventa “Santo Nueve”

Nella vita di Emmanuele Tedesco non ci sono soltanto un pallone e un campo da calcio. Ci sono anche una penna, un microfono e mille pensieri messi su carta. Tedesco ha infatti una passione per la musica che lo ha portato a diventare un rapper. “È come un’amica. Quando non voglio sfogarmi con le persone, lo faccio con la musica. Scrivere è come confidarsi con qualcuno. Poi ho anche scritto testi più divertenti, ma principalmente per me la musica è un’amica – ha dichiarato il giovane attaccante del Gladiator – La coltivo e la porto avanti quotidianamente, anche quando sono solo in stanza. Durante l’anno non pubblico nulla perché mi dedico esclusivamente al calcio, d’estate invece mi piace far uscire qualcosa e far divertire un po’ i ragazzi”.

In arte si fa chiamare Santo Nueve: “Ho pensato a Falso Nueve, perché il 9 è il mio numero preferito, poi anziché Falso ho pensato a Santo perché il mio nome è Emmanuele con doppia emme ed è un nome religioso, perché in famiglia siamo credenti. Quindi ho scelto questo, suonava anche bene”. Poi Tedesco prosegue: “Quando ho iniziato a scrivere, l’ho fatto per trasmettere qualcosa. Poi con il tempo ho scritto anche testi che non mi rispecchiano, ma orecchiabili. Il mio produttore è un mio amico e spero di potergli dare una mano così”.

Gladiator, Tedesco: “Scarpette dice tanto di me, ma c’è un altro brano a cui sono legato”

Nel 2019, Emmanuele Tedesco finì addirittura a Rai 2 – nel programma sportivo “Dribbling” – con la sua “Scarpette”, canzone da oltre 40.000 views su YouTube. “Scarpette è una parte della mia storia calcistica a cui sono molto legato. Sotto il video ci sono un sacco di commenti bellissimi. Grazie a questa canzone ho avuto la fortuna di conoscere a Picerno un ragazzino che aveva perso il papà. La madre mi portò il ragazzino lì da non so quanti km, ho regalato a lui una maglia autografata e loro mi ringraziavano sempre per quello che avevo dato al figlio con quella canzone – spiega Tedesco – A Brindisi invece ho conosciuto un ragazzo che non poteva più giocare per un problema al cuore e sia lui che la madre mi invitavano a casa, mi ringraziavano e questo mi ha riempito d’orgoglio. Questo va oltre le visualizzazioni, tanto io voglio fare il calciatore nella vita”.

Non solo “Scarpette”, però. Ci sono altre canzoni che Tedesco continua a tenere nel cuore. “‘Total Black’ ha fatto pochissime views e mi dispiace. Il mio obiettivo è quello di trasmettere qualcosa e ho in mente di fare un album dove racconto cose importanti. ‘Total Black’ è un brano di quelli, dove racconto periodi di depressione, dove non sono stato bene e spero possa essere d’aiuto a qualche ragazzo che ha passato le mie stesse cose. La depressione è una cosa molto seria, per questo spero di dare una mano a qualcuno. Ecco perché mi dispiace che quella canzone non sia arrivata”.

“Cantante in futuro? Vediamo, per il momento è una passione”

Da quel periodo buio della sua vita, ne è uscito grazie alla musica ma anche grazie al calcio. “Il calcio ti butta giù, ma la cosa più bella è che quando lo fa, basta buttare una palla dentro e ti fa passare tutto. Ha influito tantissimo nella mia vita, sia in maniera negativa, ma soprattutto in maniera positiva. Per me è l’anestetico più bello”.

Durante l’intervista ha più volte ribadito di voler fare il calciatore e non il cantante, ma “mai dire mai”, come spiega Tedesco: “Non ti nego che quando vedo concerti di rapper che fanno cantare e ballare tantissima gente, mi piace tantissimo. Non so però se questo possa essere il mio futuro. Io coltivo questa passione, poi quando finirò di giocare si vedrà. Per ora provo a far saltare i tifosi sugli spalti, in futuro vediamo. Quando si gonfia la rete e vedo la gente esultare, provo una sensazione bellissima”.

Di spallate in campo e nella vita ne ha date diverse, agli avversari e ai momenti bui. Da un po’ di tempo però Tedesco è tornato a sorridere e adesso ha in mente soltanto due obiettivi: aiutare il Gladiator con i suoi gol e trasmettere qualcosa alla gente con le sue rime. Ma solo d’estate. Guai a distogliere l’attenzione dal calcio durante la stagione.

A cura di Domenico Cannizzaro

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