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Il Teramo non ci sta: “Questo non è più sport”

Il duro comunicato del Teramo dopo la decisione delle autorità competenti di vietare la trasferta ai tifosi abruzzesi

Il clima intorno alla partita di domenica 1 dicembre 2024 tra Sambenedettese e Teramo si è fatto teso a seguito della decisione da parte delle autorità competenti di vietare la trasferta ai tifosi teramani. Questo provvedimento ha suscitato forti reazioni da parte della società e dei suoi sostenitori, che si sentono penalizzati e privati del diritto di partecipare a una partita fondamentale per il prosieguo della stagione del club nel girone F.

L’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, in consultazione con il Casms, ha deciso di limitare la vendita dei biglietti ai residenti in sei comuni, tra cui Teramo, Castellalto, Montorio al Vomano, Torricella Sicura, Campli e Basciano, in vista della rivalità storica tra le due tifoserie e dei preoccupanti episodi di violenza che hanno caratterizzato incontri passati.

Le autorità hanno giustificato il provvedimento come una misura di sicurezza per prevenire possibili disordini e garantire l’ordine pubblico. Il divieto di trasferta per i tifosi abruzzesi non solo ha acceso polemiche all’interno della comunità sportiva, ma ha anche sollevato interrogativi sulla gestione della sicurezza negli eventi sportivi, evidenziando un delicato equilibrio tra protezione dell’ordine pubblico e il diritto all’accesso degli appassionati agli eventi calcistici.

In risposta a questa decisione, il Teramo ha rilasciato un comunicato altamente critico, definendo il divieto come “inaccettabile” e “lesivo dei diritti sportivi” dei propri tifosi. In particolare, il club ha espresso il proprio disappunto per il fatto che la passione dei tifosi venga limitata a causa di situazioni che riguardano una ristretta parte di essi. Di seguito, la nota ufficiale.

Il comunicato ufficiale del Teramo

Di seguito, riportiamo il lungo comunicato del Teramo diramato sui propri canali ufficiali: ” Il fatto di rimanere basiti di fronte all’ennesimo provvedimento recente di interdizione ad assistere ad una semplice partita calcistica, su indicazione delle “autorità competenti”, non può negarci anche il diritto di parola.
Non vogliamo nemmeno parlare della possibilità di falsare un campionato: è un’ovvietà! È palese, invece, la disapprovazione che la società tutta del Città di Teramo 1913 esprime, unendosi al coro di dissenso della propria tifoseria, per un nuovo, abietto, episodio che priva una città CIVILE di poter seguire i propri beniamini in una gara da sempre attesa, ancor di più in questa stagione, alla luce dei risvolti di una classifica che vede Sambenedettese e Teramo ai primi due posti della graduatoria generale
“.

Negare una trasferta in un impianto tecnicamente all’avanguardia come il “Riviera delle Palme” e unanimemente considerato alla stregua di uno dei più sicuri in Italia, dove non è mai accaduto alcunchè nei precedenti ultra-ventennali con i sostenitori biancorossi, significa conseguentemente abiurare il proprio lavoro, rinunciare ad espletare il proprio compito e astenersi dalle proprie responsabilità, quelle di tutelare l’ordine pubblico in un atteso spettacolo sportivo. E che sarà, di fatto, privato del calore di una tifoseria già vessata oltremodo per gli episodi pregressi e che non vorremmo continuare a pagare per l’intera stagione sportiva“.

Teramo

“Come far avvicinare famiglie e bambini al calcio se regolarmente viene vietata loro una semplice passione?

Il comunicato continua poi in maniera più dura: “Perché se il calcio è della gente, questo ennesimo divieto che, soltanto per rimanere all’attualità degli ultimi tredici mesi, nega alla tifoseria biancorossa per la quarta volta (dopo Sant’Egidio, Vasto e Chieti) il sacrosanto diritto di assistere ad un incontro sportivo, assume tanto i contorni di un atto pilatesco. Come far avvicinare famiglie e bambini al calcio, come sarebbe possibile farli nuovamente innamorare di questo splendido sport, se regolarmente viene vietata loro una semplice passione?

Sarebbe lecito chiedersi perché per l’incontro con la Fermana di qualche settimana fa, comunque considerato a rischio e nel quale il comportamento dei nostri sostenitori è stato esemplare (pur presenti in 500 unità), la società biancorossa sia stata invitata a partecipare al tavolo tecnico presso la Questura di Fermo, fornendo come richiesto l’utilizzo di personale e steward, con relativi oneri completamente a carico del club, pur di consentire ai propri sostenitori di poter partecipare alla trasferta, mentre per la gara del “Riviera delle Palme” nulla di ciò sia avvenuto“.

“È ora che chi di dovere inizi ad assumersi le proprie responsabilità”

La nota si conclude così: “È ora che chi di dovere inizi ad assumersi le proprie responsabilità, dialogando con le società sportive come si è sempre fatto, evitando un eccesso di discrezionalità che possa finanche influenzare gli esiti sportivi di un campionato, perché proibire e reprimere non diventi una squallida abitudine. E perché questo, semplicemente, non è più sport.
Sarà compito del club tutelarsi nelle sedi opportune, mettendo a conoscenza Lega, Federazione e organi preposti circa l’inequivocabile disparità di trattamento manifestatasi negli ultimi tredici mesi, a carico della nostra società e della città tutta
“.

In questa vicenda, ora più che mai, ci sentiamo solidali con la tifoseria teramana, vicini alla nostra città e lontani, lontanissimi, dagli assurdi criteri di divieto emanati da chi dovrebbe essere preposto a gestire l’Ordine Pubblico, senza, evidentemente, averne l’autorevolezza. La proibizione sistematica, d’altronde, non necessita di competenze peculiari, vero?