A volte bastano poche partite per entrare di diritto nella storia di un club: lo sa bene Alessio Martino, l’allenatore protagonista della salvezza del Termoli attraverso i play-out. Il classe 1983 napoletano, infatti, è arrivato in Molise alla penultima giornata ed è riuscito a far mantenere la categoria ai giallorossi.
“Abbiamo fatto una vera e propria impresa – spiega, intervistato da SerieD24.com – perché credo che nessun altro avrebbe accettato quest’incarico. E’ stata premiata la mia attesa di 13 mesi: la chiamata del Termoli è stata quella giusta e ho dimostrato di aver fatto bene ad essere testardo ”. Andiamo a scoprire, dunque, attraverso il suo racconto, qual è stata la ricetta di questa, seppur breve ma vincente, esperienza nel girone F di Serie D.
Siamo alla 32^ giornata e il Termoli, neo-promosso dall’Eccellenza alla Serie D, sta lottando per non retrocedere. La squadra di Esposito ha appena perso 3-1 contro il Chieti. La vittoria manca da 9 partite,la retrocessione diretta è a soli due punti e la società decide di esonerare l’allenatore della promozione. Al suo posto viene chiamato Alessio Martino, che manca da una panchina da ben 13 mesi, dopo la fine della sua esperienza al Gladiator.
Il campano si presenta pareggiando lo scontro diretto contro il Notaresco per 0-0, poi batte il Nuova Florida per 0-1. Il primo obiettivo è raggiunto, con lo spettro della retrocessione diretta evitato di soli 3 punti. Ai play-out, il compito più difficile, ovvero battere la Vastese per restare in Serie D. Gli uomini di Martino ci riescono: nonostante i due risultati su tre a disposizione degli abruzzesi, il Termoli rimonta per 1-2 nel secondo tempo, ottenendo la salvezza al 92’ grazie alla rete di Lorusso, dopo l’1-1 segnato da El Ouazni. Nelle loro tre partite in Molise, dunque, Alessio Martino e il suo staff non hanno mai perso, con 2 vittorie ed un pareggio.
L’allenatore non nasconde la sua soddisfazione per il risultato raggiunto. “È stata un’esperienza bellissima – spiega a Seried24.com – . Nel corso di questa stagione sono stato accostato a qualche squadra del girone F e ho seguito anche il Termoli. Certo, non mi aspettavo la loro chiamata a due giornate dalla fine, ma forse i 13 mesi senza accettare offerte da categorie superiori sono stati premiati con questo incarico. Nessun altro avrebbe accettato il mandato, ma mi sono fidato del mio istinto perché sapevo che potevo incidere. Credo che la salvezza con i molisani sia stata una vera e propria impresa: era quello che volevo raggiungere e ci siamo riusciti”.
Martino si è trovato ad affrontare una situazione molto delicata. “Quando sono arrivato – dichiara – c’era molto malcontento nell’ambiente. La squadra era a pari punti tra il penultimo ed il terz’ultimo posto, con lo scontro diretto contro il Notaresco da affrontare subito, alla 33^ giornata, una formazione che era in serie positiva da quattro giornata. Non avevo a disposizione Carnevale, il capocannoniere della squadra: dovevo affrontare subito un big match dopo 5 giorni dal mio insediamento. Nonostante ciò, abbiamo giocato una grande gara contro i teramani, con il loro portiere Shiba che è stato il migliore in campo: in dieci contro undici abbiamo rischiato per due volte di vincere il match”.
Dopo Notaresco, le due sfide decisive per il raggiungimento della salvezza. “Le restanti due partite – racconta Martino – sono storia. Siamo riusciti a vincere contro il Nuova Florida un match bellissimo e avvincente per tutti e 90 i minuti. A Vasto, invece, affrontavamo un avversario che aveva fatto 28 punti su 36 tra le mura amiche, un club più blasonato di noi per struttura e storia, superiore anche nei singoli. La Vastese si doveva giocare il play-out in casa con due risultati su tre a disposizione: riuscire ad andare lì e vincere è stata un’impresa da ricordare. Per questo siamo fieri del risultato, soprattutto noi dello staff tecnico: siamo riusciti ad entrare nella testa dei calciatori, portando ulteriore professionalità a questo gruppo”.
Come sono riusciti, Alessio Martino ed il suo staff, a motivare i giocatori del Termoli nel raggiungimento di questa salvezza? “Siamo arrivati in questo club – risponde l’allenatore – per essere il più professionali possibile. Pensavamo solo a lavorare, senza pensare troppo al risultato e alla classifica. Ci concentravamo a preparare la singola gara, facendo risaltare i nostri punti di forza e cercando di giocare sulle mancanze degli avversari. Ci siamo riusciti in tutte e tre le gare, dove abbiamo apportato qualche variazione al sistema di gioco, specialmente a sfida in corso”.
“Abbiamo vinto entrambi i match – chiarisce Martino – grazie alla difesa a 4: devo ringraziare i ragazzi perché sono stati eccezionali e fantastici, un gruppo di professionisti nel vero senso della parola. Si sono messi a disposizione e hanno subito recepito il mio modus operandi, con i miei dettami e le mie strategie. Quando si raggiunge un risultato simile, il merito è di tutti gli aspetti che hanno funzionato, inclusa la società”.
Tra l’altro Alessio Martino è stato anche calciatore del Termoli, in Eccellenza per un breve periodo della stagione 2007-2008. “I giallorossi – spiega l’allenatore – sono stati spesso nel mio destino: il mio primo gol in Serie D lo avevo segnato proprio al Termoli quando giocavo con il Marcianise. Dopo il mio addio, ho segnato un gol proprio contro i termolesi quando ero nelle file del Montenero nella semifinale play-off di Eccellenza. E’ vero, a Termoli ci ho giocato per poco tempo, ma si tratta di una società che mi era rimasta nel cuore“.
“Credo che fosse scritto che il nostro era solo un arrivederci e infatti sono ritornato dopo 15 anni. La società è diversa ma la città è rimasta bellissima e mi ha accolto benissimo. Questa è una piazza dove si lavora bene, con una società molto preparata che mi ha messo a disposizione tutta la tranquillità di questo mondo. Siamo riusciti ad incidere e per questo devo ringraziare i calciatori che ci hanno seguito”.
Per Alessio Martino si tratta della terza panchina in un club di Serie D, dopo le esperienze alla Gelbison(da luglio a novembre 2019) e al Gladiator (da febbraio a dicembre 2021). “Devo tanto al presidente della Gelbison Maurizio Puglisi – ricorda l’allenatore -: mi ha scovato dalla mia esperienza all’Ecclanese, in Eccellenza, perché vincevamo sempre contro l’Acropoli, società nella quale Puglisi era co-presidente. Ai tempi l’allenatore di quella formazione era Gianluca Esposito, un ottimo allenatore che poi ha vinto il campionato di Serie D“.
“Puglisi mi ha dato la grande possibilità di allenare in quarta serie: dopo 5 anni sono passato dalla Prima Categoria alla Serie D, ed il merito di questa scelta fu sua. Con la Gelbison abbiamo impattato alla grande il girone H, dato che gli addetti ai lavori ci consideravano come una squadra che doveva salvarsi. Fino al mio avvicendamento stavamo lottando per i play-off, al quinto posto. Ci sono state delle divergenze, che abbiamo poi chiarito con il tempo”.
“Al Gladiator – aggiunge Martino – siamo subentrati all’ultimo posto con 14 punti alla 20^ giornata. Alla 34^ abbiamo raggiunto la salvezza, mettendo dietro di noi 6 squadre, terminando il campionato a quota 40. Abbiamo fatto un finale di campionato storico. Anche con questa società abbiamo realizzato il record di difesa meno battuta, come accaduto alla Gelbison. C’era tempo per lavorare ed era una società a me amica, dato che sono sammaritano d’adozione”.
“Sicuramente potevamo fare qualcosa in più nell’annata seguente, specialmente nella parte iniziale, con 13 punti in 13 partite. Momo Varela è stato infortunato per 8 gare: la nostra pecca è stata quella di non poter dipendere da un solo giocatore. Alla fine della mia esperienza a Santa Maria Capua Vetere, ho totalizzato 50 punti in 34 match: credo sia un bottino di tutto rispetto. Prima di accettare il Termoli ho rifiutato offerte da categorie inferiori: ero convinto che con questi numeri mi meritassi la Serie D. Alla fine ho avuto ragione con il risultato di Termoli: la mia testardaggine è stata premiata”.
Una testardaggine che Alessio Martino riversa anche nel campo da gioco, con soluzioni tecniche e tattiche davvero innovative. “Sono un allenatore – spiega – che non ha un sistema di gioco prestabilito. Nel calcio moderno bisogna guardare tutti gli aspetti: amo soprattutto l’ecletticità. Il mio motto è ‘Presuntuosi con la palla, umili senza’: in fase di possesso devi avere l’autostima e devi credere di poter fare una giocata importante, mentre quando non hai la palla devi essere umile nel rispettare l’avversario e le tue caratteristiche. Seguo il calcio a 360°, forse è una malattia, dato che studio sempre qualcosa di nuovo per potermi avvicinare a quelle che sono le metodiche degli allenatori professionisti”.
“In questo momento – dichiara Martino – Guardiola, De Zerbi, Ancelotti e Klopp rappresentano gli allenatori che vanno per la maggiore, ma stimo anche il loco Bielsa. Ho una grande personalità e spesso sono presuntuoso nelle idee. Credo nella luce che mi si accende in testa: tutto ciò può essere giusto, ma deve sempre confrontarsi con il raggiungimento del risultato. Come dico ai miei calciatori, se non arriva il numero non saremo mai giudicati positivamente. Nella mia carriera decennale di allenatore, ho scalato 5 categorie e in ognuna di queste ho sempre ottenuti grandi risultati, vincendo, raggiungendo i play-off e giocando per primeggiare. La mia media punti è di 1,71: credo sia un numero importante per la Serie D, ma mi piace sempre alzare il tiro e confrontarmi con quelli più bravi”.
Cosa riserverà il futuro ad Alessio Martino? “Ero fermo da 13 mesi – chiarisce l’allenatore -: dopo questo exploit con il Termoli mi sto godendo il ‘panorama’, anche perché io e il mio staff ci siamo meritati questa salvezza. Abbiamo aspettato la chiamata giusta e abbiamo saputo incidere. La prima scelta è la società giallorossa: mi hanno dato questa opportunità e mi hanno fatto sentire davvero importante, a partire dalla proprietà dei Montaquila e dalla tifoseria, che mi ha accolto alla grande e giornalmente mi dà grandi soddisfazioni. Qualora, però, non ci siano le condizioni per un rinnovo, l’esperienza di Termoli la porterò comunque nel mio cuore per sempre. L’emozione dei tifosi per una vittoria, quella contro la Vastese, così bella e importante, non la dimenticherò mail: il 14 maggio 2023 sarà una data storica per il calcio termolese”.
L’ottimo risultato raggiunto da Alessio Martino è balzato all’orecchio di molti club, alcuni anche molto importanti per queste categorie, ma la prerogativa dell’allenatore sembra essere quella di conservare la panchina dove ha concluso la stagione. “Sono sereno – spiega – perché so di aver fatto bene il mio lavoro, ma è normale che in 15-20 giorni ti cambia il mondo, perché il calcio è così. Ora magari il telefono squilla e capisci di essere nella cresta dell’onda, però altre volte finisci nel dimenticatoio: il calcio dà, il calcio toglie. A me, comunque, piace pensare di lavorare con la massima qualità possibile e di alzare sempre il livello. Fa piacere essere stato accostato almeno a 4-5 realtà davvero importanti, ma non posso dimenticare chi mi ha dato l’opportunità di tornare sul tavolo dei grandi. Sono una persona molto riconoscente: la prima scelta è il Termoli, poi da lì si faranno tutte le valutazioni”.
A cura di Giacomo Grasselli