Meditazione, perseveranza e Nagatomo. Ameth Fall: “Vi racconto il mio mondo”
“La meditazione mi ha cambiato la vita, in passato ero più impulsivo. Ringrazio il mio amico Yuto Nagatomo”. Tono deciso, squillante. La voce è quella di Ameth Fall, attaccante del Tivoli con il quale decidiamo di immergerci in un mondo tutto nuovo. Quella con il senegalese, infatti, non è una semplice intervista. Ma un vero e proprio viaggio nell’universo della meditazione.
Ameth Fall: “Vi spiego il concetto di meditazione. Nagatomo…”
“Ci sono. Solo ieri è finito il campionato. Oggi sono stato due ore in palestra e trenta minuti in piscina“. Lo dice come a volersi scusare del ritardo – mai avvenuto, tra l’altro – nel rispondere al messaggio su Whatsapp. “Meditazione? Hai toccato un tasto delicato” afferma ridendo, Ameth Fall. Quando parlo di meditazione e perseveranza, faccio riferimento ad un lavoro mentale. Uno sforzo utile per capire quanto sono forte e quanto io possa migliorare. Idem nel calcio, mi spiego meglio. Quando vado a trattare con le squadre, alla società dico sempre la stessa frase. ‘Non prendete solo il giocatore, prendete anche l’uomo’. Non mi sto vantando. Spero di aver fatto passare il messaggio”.
Uno stile di vita particolare, modellato nella quotidianità e nello sport. Ameth nasce in Senegal, ma la vera figura chiave è stata una persona conosciuta in Italia, più precisamente a Cesena: stiamo parlando di Yuto Nagatomo. “L’ho conosciuto in un ritiro con la prima squadra. Mi ospitava a casa. Vedevo che si allenava e meditava per molto tempo. E nel frattempo gli insegnavo l’italiano”. Avete letto bene. Ameth Fall, quando si incontrava con Yuto Nagatomo, faceva ripetizioni di italiano al terzino ex Inter. “Sono stato il primo a insegnargli la lingua. Quando andavo a casa sua gli davo lezioni, così poteva migliorare nella comunicazione”.
Tra perseveranza e meditazione. Ameth dipinge il giapponese come “una persona da cui prendere esempio – prosegue – .Mi ha aperto un mondo che non conoscevo. Ancora oggi ci sentiamo spesso”. E cosa vi siete detti l’ultima volta? “Ci siamo aggiornati sulla mia avventura. Avevo cambiato squadra da poco. Lui è sempre molto impegnato con il suo club (Tokyo, ndr) e non riesce a passare da queste parti. Quando avrà un po’ di tempo, ci siamo promessi di incontrarci. Non vediamo l’ora”.
“Tivoli? A livello mentale, i mesi più duri della mia carriera”
‘La mia avventura’ dice Fall. Quell’avventura che a gennaio l’ha portato a Tivoli. Come mai il cambio di casacca in corso d’opera? “Diciamo che non ero partito benissimo. Ho iniziato al Porto d’Ascoli, ma il suo stile di gioco non era adatto alle mie caratteristiche. Venivo da una stagione dove avevo segnato sedici gol. Mentre fino a quel momento ne avevo realizzato solo uno. Dovevo cambiare”. Ecco Fabrizio Romondini, allenatore del Tivoli: “Mi ha chiamato. Mi ha chiesto una mano e ho accettato. Anche se, devo dire la verità, questi quattro mesi sono stati i più duri della mia carriera sotto l’aspetto mentale. Qui c’è una società seria, che ha sempre mantenuto l’impegno economico. Ma a livello mentale è stata dura, lo ammetto”.
“Ronaldo il fenomeno un idolo. Desiderio? Tornare alla Samb”
Tra idoli d’infanzia e un futuro tutto da scrivere, la chiacchierata con Ameth Fall giunge alle battute finali. Senza dare il tempo di finire la domanda, il senegalese dà la sua risposta decisa. “Ronaldo Nazario Da Lima. E’ sempre stato il mio idolo. Oggi ci sono Haaland e Benzema. Ma Ronaldo era Ronaldo. Se prendeva le ‘botte’ rideva. Non si lamentava mai. Percepivo la sua bontà da fuori. Avevo una sua cassetta, la guardavo ogni giorno. Guai a chi me la tocca”. Dice scherzando. Ma non troppo.
“Il mio futuro? È una bella domanda…”. Dice in maniera scherzosa. “L’affetto che ho da Barletta è meraviglioso. L’amore che ricevo dalla tifoseria barlettana, così come quello che mi arriva da San Benedetto, è unico. E’ un po’ come avere due mogli (ride, ndr). Se devo fare una scelta, il mio sogno è quello di tornare alla Sambenedettese. D’estate ci andrò a vivere. Quando esco la mattina sento ancora l’affetto dei tifosi, anche se non ci ho giocato quest’anno. Il mio sogno è quello di tornare a vestire la maglia della Sambenedettese. Solo questo, nulla più”.