Una bandiera del calcio dilettantistico dice basta. Ad un mese esatto dal suo 34esimo compleanno Daniele Bianchi dice addio alla Torres Sassari ed appende gli scarpini al chiodo. Un uomo di calcio e di valori che dopo più di 30mila minuti in campo tra Serie C e Serie D lascia il campo. Ma sarà un addio al calcio o un arrivederci?
“Quando si inizia a rincorrere il pallone, sin dai primi passi, immaginiamo di vivere momenti emozionanti e carichi di adrenalina“. Inizia così il messaggio di addio del centrocampista rossoblù, che annuncia il ritiro: “Ho deciso di voltare pagina, di terminare il mio percorso con il calcio giocato. Si chiude un capitolo e ne inizia un altro“.
Un messaggio di addio che lascia presupporre un futuro nel mondo del calcio, quel calcio che tanto ha dato al numero 5 sardo. Nato a Sassari nel 1988, il metronomo ha voluto a tutti i costi tornare a casa per chiudere la sua carriera ed ora guarda al futuro. Possibile una sua permanenza in società con un altro ruolo? La Torres apre un piccolo, grande spiraglio.
La società sarda, appresa la notizia, ha ripreso il messaggio del suo mediano ed ha dedicato un lungo post a questo avvenimento: “Sai che c’è? C’è che le bandiere non si ammainano, ma continuano a sventolare agitate dal vento della passione che ha animato la loro carriera calcistica“.
“Goniometro del centrocampo” e “professionista del pallone“, Daniele Bianchi ha disputato una grande stagione con la maglia della Torres. Una stagione chiusa da capitano con 31 presenze e una vittoria ai playoff di Serie D, con la possibilità di un ripescaggio in Serie C.
Ora la sfida più grande: sapersi reinventare. “A lui il nostro grazie” chiude il comunicato della società. “Mai un addio, semmai un arrivederci a presto. Perché le bandiere non si ammainano, anzi“. Una bandiera non smetterà mai di sventolare: nel cielo limpido di Sassari ci sarà sempre posto per un uomo come Bianchi.
A cura di Simone Schillaci