Trapani, Antonini: “Pronti 25 milioni in 5 anni. Tanta passione in città”
Il Trapani di Valerio Antonini ha un potenziale enorme nella prossima stagione di Serie D, la società ha obiettivi seri e dimostrerà al proprio pubblico di sognare in grande. Nella scorsa stagione ha vinto i playoff del girone I contro il Locri per 3-0, un successo iniziale per credere nella futura promozione in Serie C. L’imprenditore e patron della squadra granata, Antonini, ha rilasciato una dettagliata intervista a La Repubblica. “Il calcio fatto in maniera seria ha portato profitti straordinari a realtà come l’Atalanta, il Sassuolo, l’Udinese. Se fai sport perché ti serve alleggerire i bilanci della casa madre è una cosa, se lo fai per profitto si può guadagnare tantissimo.” Il presidente del Trapani vede in prospettiva futura e ambisce a diventare un club come il Sassuolo nel corso degli anni: “Sassuolo non è certo più grande di Trapani. Quello che manca a Trapani sono gli investimenti. Sono certo che tra qualche anno chi osserverà Trapani vedrà quello che vedo io.“
Trapani, le parole di Antonini
In un’intervista rilasciata a La Repubblica, Valerio Antonini descrive nuovamente il progetto Trapani tra presente e futuro: “A vederla da fuori, la gente si chiederà cosa sono venuto a fare a Trapani e io rispondo che qui vedo una luce, vedo grandi potenzialità. Il mio progetto è chiaro: Serie A.” Successivamente prosegue: “A Londra, la mia società ha un fatturato di 230 milioni di sterline. Nei prossimi cinque anni, per il calcio e il basket a Trapani, abbiamo stanziato 25 milioni sia per il progetto sportivo che per gli impianti.” Il progetto del patron granata ha anche uno spirito sociale, quest’ultimo ha acquistato la casa del giudice Ciaccio Montalto, ucciso dalla mafia: “Farò lì la sede del Trapani calcio e del Trapani Sharks di basket. Quel luogo diventerà una istituzione della città dove faremo anche un museo. Ha un forte valore simbolico e in futuro lo donerò alla città.”
L’incontro con Maradona e gli affari con Fidel Castro
Valerio Antonini ha raccontato anche dell’incontro con Diego Armando Maradona: “Ho chiamato mio figlio Diego Armando. Diego è stato la svolta. Ha creduto in me e mi ha aperto la porta di un mondo che nemmeno immaginavo esistesse. Grazie a lui sono diventato uno dei più importanti venditori di grano del mondo, gli proposi di diventare il mediatore del gruppo Casillo per il grano nell’America Latina.”
Successivamente continua: “Con lui ho conosciuto i presidenti latino americani legati a un mondo di sinistra anti americano. Ho vissuto la Cuba di Fidel Castro e il Venezuela di Chavez e Maduro, gente che si sedeva con me perché c’era Maradona.” Infine ricorda il numero 10 con un ricordo indelebile impresso nella sua memoria: “Conservo un video del 2018 in cui Diego mi fa gli auguri per il compleanno e dice: “Sei l’unica persona della mia vita che mi ha fatto guadagnare soldi e non me ne ha mai chiesti.”