Incontrare un ex Campione del Mondo non capita tutti i giorni, specie se quel calciatore disputa un campionato di categorie superiori. E invece è accaduto a Daniel Matias Cotello, argentino classe 1987 (attenzione alla data) e attuale calciatore della Tritium, club del girone B di Eccellenza in Lombardia. “Ho provato ad avvicinarmi a Cesc per cercare di scambiare qualche battuta con lui. Ci sono riuscito e tutto è avvenuto con naturalezza“, esordisce così lo stesso Cotello ai microfoni di seried24.com.
In occasione del match amichevole tra Como e Tritium, disputatosi questo pomeriggio allo stadio Sinigaglia, Cotello ha così incontrato Cesc Fabregas. Lo spagnolo, che in passato ha vestito le maglie di Arsenal, Barcellona e Chelsea, ha scambiato così una battuta con tutti i presenti. E tra un sorriso e l’altro, l’ex calciatore della nazionale spagnola ha regalato un momento di felicità ai suoi colleghi che hanno ammirato la sua prestigiosa carriera.
Giocare da avversario contro un calciatore del calibro di Fabregas non ha prezzo. E nonostante l’età che avanza c’è sempre tempo per parlare di calcio: “Ho provato ad avvicinarmi a Fabregas per cercare di scambiare qualche battuta con lui. Ci sono riuscito e abbiamo iniziato a scherzare sull’età. Tutto è avvenuto con naturalezza“. Tutto è iniziato con una battuta:” Sai, lui mi ha accennato che arrivati a 35 anni è tutto più difficile, quando ha scoperto che siamo entrambi classe ’87 siamo scoppiati a ridere. Da quel momento mi ha chiesto da quanto tempo giocassi in Italia e gli ho raccontato tutta la mia carriera. Farlo davanti a un campione come lui non ha prezzo, infatti non sono riuscito a trattenermi e non ho potuto non chiedergli la maglia“.
La promessa e l’umiltà del campione fino a qualche tempo fa ammirato alla tv: “Successivamente mi ha accennato che aveva promesso già la sua maglietta e siccome il Como non ha portato altre divise al campo, qui è arrivato il gesto inaspettato. Fabregas si è ricordato di me, si è fatto lasciare il mio indirizzo e mi ha promesso che mi spedirà la sua divisa. Sono davvero felice, questi gesti ti fanno, anche se piccoli, comprendere l’umiltà di questo grande calciatore. Fino a questo momento ho ammirato le sue prodezze alla tv, oggi era lì davanti a me“.
Un tuffo a qualche giorno fa, quando l’Argentina si è laureata Campione del Mondo per la terza volta nella sua storia: “In Serie B non si sono fermati durante il Mondiale in Qatar. Infatti, la pausa del campionato cadetto è arrivata il 26 dicembre e adesso riprenderanno a giocare il 14 gennaio. Abbiamo parlato anche degli argentini e dell’Argentina, che ha da poco vinto la Coppa del Mondo. E’ felicissimo per il suo amico Lionel Messi, che ha raccolto finalmente il titolo che gli mancava in bacheca, e per il nostro popolo“.
E una battuta sul Barcellona di Guardiola, ma pare che Fabregas sia ancora a suo agio con la palla tra i piedi: “Sì, ho ammirato tantissimo quel Barcellona di Messi, Xavi, Iniesta e Fabregas. Credo sia stata la squadra più forte di tutti i tempi. Avere di fronte un elemento di quella rosa è stato pazzesco, parliamo di un calciatore che ha vinto la Coppa del Mondo, l’Europeo, la Champions League e tanto altro. Il calcio in carne e ossa. E oggi in campo non è stato da meno. Controllo, lucidità, visione e palla sempre attaccata ai piedi. Un fenomeno dentro e non solo. Ha praticamente guidato e incitato sempre i suoi compagni, lui è come se fosse un allenatore in campo“.
Il passato e gli obiettivi del presente. Cotello è chiaro. L’argentino vuole riportare la sua squadra a disputare il massimo campionato dilettantistico: “Ho giocato tra i professionisti in Argentina, in Venezuela e ho indossato la maglia under 20 della nazionale argentina, successivamente sono arrivato qui in Italia dove ho sempre giocato tra i dilettanti. Ora mi concentro sul nostro campionato. La Tritium è prima in Eccellenza e il nostro obiettivo è quello di riportare la società in Serie D“.
Infine: “Ho grandi ricordi delle piazze e delle squadre con cui ho giocato. Per esempio di Pavia, bellissima città con una squadra ricca di storia, dove mi sono sentito e ancora oggi mi sento a casa“.
A cura di Ettore Aulisio