Dolomiti Bellunesi, accolti 7 ragazzi che fuggivano dall’Ucraina

Nella buonissima stagione delle Dolomiti Bellunesi – ora al settimo posto nel girone C di Serie D, spicca il gesto compiuto nelle ultime ore nei confronti di alcuni bambini e ragazzi in fuga dall’Ucraina. La società veneta, ha infatti annunciato di aver accolto sette ragazzi di età compresa tra i 5 e gli 11 anni.

Lauria, allenatore Dolomiti Bellunesi

Questi, sono tutti in fuga dalle loro città e sono stati aggregati a diversi gruppi all’interno della società. Come si legge nella nota, pubblicata dalla società, lo sport è inclusione e accoglienza. Mossi da questi valori i dirigenti del Dolomiti Bellunesi si sono adoperati con le istituzioni per rendere possibile questa bellissima iniziativa. I giovani calciatori infatti, praticavano già calcio vicino la loro casa prima che questo divenisse impossibile a causa del conflitto. Il loro sogno però doveva continuare, e lo ha fatto grazie alla disponibilità della società.

Tra l’altro questo non è neanche l’unico bel gesto compiuto da una società del girone C: anche il Levico Terme, un mese fa, aveva annunciato di aver accolto nel proprio settore giovanile altri tre ragazzi ucraini.

Il comunicato delle Dolomiti Bellunesi

Di seguito il comunicato pubblicato dalla società veneta per presentare e raccontare il bel gesto compiuto per dare, anche, un segnale contro la guerra.

Il calcio è accoglienza. E la SSD Dolomiti Bellunesi lo dimostra: con le parole? Soprattutto con i fatti. Perché la società dolomitica, nei giorni scorsi, ha accolto 7 ragazzini arrivati dall’Ucraina, tra i 5 e gli 11 anni. Uno di loro, un po’ più grandicello, è aggregato con i Giovanissimi dell’Academy, gli altri saranno impegnati nell’attività di base, tra Sedico e il Boscherai di Pedavena. I piccoli calciatori sono appena scappati dal conflitto che sta martoriando la loro terra. E la SSD Dolomiti Bellunesi non ha esitato ad abbracciarli.

«Abbiamo dato la nostra disponibilità alle istituzioni comunali, ai vari enti e alle associazioni che gestiscono l’arrivo dei profughi ucraini – spiega il responsabile del settore giovanile, Massimo Agnello -. Questi bambini giocavano a calcio a un passo da casa, prima che i venti di guerra spazzassero via i loro progetti». Ma non il loro sogno: «Un sogno, quello di rincorrere un pallone, che continuerà nel nostro territorio. E noi ne siamo orgogliosi – prosegue Agnello -. Quando li ho incontrati, mi sono emozionato. Sono riusciti a trasmettermi una passione, una voglia e una gratitudine difficili da spiegare a parole. Avevo le lacrime agli occhi».

Una bella opportunità, quindi. E non solo per i ragazzi originari dell’Est Europa: «Anche per i nostri giovani, che toccheranno con mano la ricchezza di uno scambio interculturale, oltre al valore dell’accoglienza e della condivisione. Questa – conclude il responsabile del settore giovanile dolomitico – è la vera essenza dello sport»”.

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Redazione