“Un privilegio e un onore aver fatto parte della Salernitana, ora sono pronto a tornare”. A parlare è Umberto Quistelli, che ha appena concluso la sua stagione nell’area scouting della Salernitana e adesso ricomincerà con il ruolo che ha sempre ricoperto in carriera: quello di direttore sportivo. Origini pugliesi, ma nel suo lavoro ha già girovagato l’Italia, Quistelli ha parlato in esclusiva a seried24.com della stagione appena conclusa, del suo futuro e del bilancio nel girone H e del girone I nell’attuale campionato.
Umberto Quistelli ha esordito facendo un bilancio della stagione a livello personale, chiusa da poco con la Salernitana. “Il bilancio alla Salernitana è positivo. Ho fatto parte dell’area scouting del club. Per me è stato un privilegio e un onore far parte di una squadra di Serie A. Ho preso tanti insegnamenti, ho imparato tante cose nuove in quel contesto. Devo solo ringraziare la società per la fiducia e per la possibilità che mi hanno dato. Questa è una squadra importante”.
Adesso però è pronto a tornare come direttore sportivo, ruolo che ha sempre ricoperto nel corso della sua carriera. “Ho sempre fatto il direttore sportivo. Per me è stato il primo anno nell’area scouting della Salernitana. A Lecce sono stato il coordinatore dell’area tecnica per diversi anni, dove ho vinto anche due campionati. Così come ad Andria. Tornerò a fare il direttore sportivo l’anno prossimo, che è quello che mi compete e che ho sempre fatto”.
Quest’anno è stato in un contesto di Serie A, ma Quistelli è un direttore sportivo che conosce molto bene il campionato di Serie D, in particolare il girone H, appena vinto dal Brindisi. “La Cavese ha perso tutto in quindici giorni. Dalla prima partita con il Brindisi allo spareggio, fino alla finale playoff con il Nardò. Presumo ci sia stato un calo atletico da parte di una squadra che ha dominato il campionato, ma poi l’ha perso. Ma è stato bravo il Brindisi a crederci, perché sappiamo tutti due-tre mesi fa com’era messo. Bravi Arigliano e Valentini a crederci, a ridurre lo svantaggio e poi a vincere. Un plauso va fatto al Nardò e a Ragno, ma anche al Barletta, che ha disputato un gran campionato da neopromossa. Il girone H è una C2”.
Discorso diverso nel girone I, dominato dal Catania. “Nel girone I c’era il Catania che ha una squadra importante. Con qualche ritocco va bene anche in C. Una squadra che ha un tasso tecnico elevato, importante per le categorie. Serve qualche ritocco, ma la squadra è già pronta per i professionisti. E poi Catania farà la parte da protagonista”.
Quistelli ha poi proseguito: “I costi della Serie D sono elevati. Ma non sempre chi spende troppo, vince il campionato. Il Casarano è un esempio: ha speso tanto e alla fine ha fatto un campionato anomalo per quanto aveva investito. Invece il Nardò, con un gruppo giovane, ha fatto un gran campionato. Così come il Fasano, che aveva un gruppo di ‘ragazzotti’ guidati da elementi importanti e ha disputato un bel campionato. Bisogna essere oculati nelle spese e serve competenza, vedo tante squadre con direttori che non sanno neanche cosa significhi avere il patentino da direttore sportivo”.
Quistelli ha poi aperto anche una parentesi sul proprio futuro, che lo vedrà protagonista come ds in D o in C. “Ho avuto contatti con 2-3 squadre di D e una di Serie C. A questo punto della mia carriera, dopo esser stato in squadre importanti, andrò in una società per un progetto e non per quanto vorrà spendere. Deve essere un progetto lungo, serio e che dia la possibilità di lavorarci. Il ‘tutto e subito’ non esiste. Serve programmazione, una parola che spesso sentiamo e diciamo, ma che poi alla fine non viene attuata. Non chiedo la luna, ma programmazione e voglia di fare. Valuto tutto. Poi nel momento in cui ci sarà una decisione, non faccio differenza tra nord, sud o centro. Mi basta che ci sia un progetto, voglia di fare e voglia di crescere nel club. Mi interessa la crescita della squadra e la crescita personale”.
Infine Quistelli ha concluso: “A Lecce ho avuto un grande insegnamento dal presidente Sticchi-Damiani. I campionati non si vincono solo in campo, ma si vincono già prima, dall’organizzazione. Quando c’è una società organizzata e con armonia all’interno, ci sono le basi per vincere. Come abbiamo fatto noi a Lecce con la doppia inaspettata promozione. Sono stato anche a Messina nel girone I, anche se per mezzo anno, ma quel Messina ha vinto il campionato dominandolo”.
A cura di Domenico Cannizzaro