Un passato nell’area tecnica del Lecce, ma anche nei settori giovanili di Barletta e Andria, prima di iniziare la sua esperienza da direttore sportivo in diverse piazze blasonate: Umberto Quistelli è un uomo di calcio e di grande esperienza, che nel corso degli anni ha riscosso diverse “recensioni positive” tra gli addetti ai lavori. Pugliese di nascita, Quistelli conosce bene il campionato di Serie D, in particolare il girone H. Di questo, ma anche del Catania e del suo passato (recente) a Grosseto ha parlato in esclusiva a Seried24.com.
Il girone H è tra i gironi con più piazze blasonate e con rose di altissimo livello. Motivo per cui oggi regna ancora l’incertezza tra chi otterrà il salto di categoria. E a proposito di ciò, Quistelli ha dichiarato: “La Serie D è la vecchia C2. Soprattutto nel girone H ci sono tante squadre blasonate e importanti, che hanno disputato anche campionati di C e B. Fino all’ultima giornata tutto sarà aperto e ognuno dirà la sua. Io non posso che fare un plauso a tutte le squadre e a tutte le società che stanno facendo sforzi importanti. È una Serie D solo per lo status, ma per come si allenano, per la gestione, siamo nel professionismo. Un plauso particolare va al Barletta, perché avere quel pubblico è importantissimo. Non è facile per nessuno giocare al “Puttilli” davanti a 6-7mila persone”.
In un girone di grandi squadre e grandi rose, ci sono però anche tante delusioni. “Le delusioni avvengono non tanto per il livello della rosa, ma per i problemi societari. Quelli si ripercuotono sulla squadra, come Afragolese e Nocerina, che hanno avuto diversi problemi del genere. Hanno speso tanto, avevano smantellato e fatto altre scelte, poi rivelatesi sbagliate. In alto in classifica ci sono grandi società, dove la squadra trova un conforto, un appoggio. Quello che non hanno Afragolese e Nocerina”.
Tra le protagoniste, anche due squadre pugliesi che Quistelli conosce molto bene: Brindisi e Barletta. A proposito del Barletta ha dichiarato: “Conosco Barletta e da quando c’è l’ambiente giusto – ritrovato con la concessione dello stadio – non ha nulla da invidiare a nessuno. Affronti tutti con il dodicesimo uomo in campo. Poi hanno allestito una rosa di spessore, hanno anche preso Di Piazza, che ho avuto a Lecce ed è un attaccante puro e di categoria. Il Barletta dirà la sua: se non sarà quest’anno, metterà le basi per arrivare tra i pro il prossimo anno”.
Leggermente più indietro c’è il Brindisi del presidente Arigliano: “Conosco Arigliano e il direttore generale Valentini, che è stato con me a Lecce. Professionisti seri e persone squisite. Questa gente sta facendo sacrifici enormi per portare il Brindisi in alto, ma chiaramente non è facile per nessuno riuscire a vincere. Sono state fatte delle scelte, vedremo se saranno giuste o sbagliate. Alla fine di tutto, comunque, so che il Brindisi ha una società sana e forte”.
Poi un passaggio anche sul girone I e sul Catania: “A meno di tragedie, il Catania vincerà il campionato. Merito di una società seria, che ha dato basi solide a chi oggi lavora nel Catania, costruendo una rosa all’altezza anche per una buona Serie C. Hanno gente che ha fatto bene in altre categorie, come Andrea Russotto. Giocare a Catania è una scelta ponderata, importante, perché si gioca in una grande piazza come Palermo, Messina, Bari, che hanno poco a che fare con la Serie D”.
All’inizio della stagione attuale, Quistelli aveva sposato il progetto del Grosseto, squadra oggi nel girone E di Serie D, ma retrocessa dalla Serie C. Matrimonio durato però soltanto pochi mesi. “Sono arrivato a Grosseto a giugno, con la squadra appena retrocessa dalla Lega Pro, con zero tesserati e qualche Primavera ancora in rosa, come Rotondo, Veronesi, Battistoni, che stanno comunque facendo bene. Avevo trovato però solo loro. Da giugno a fine luglio ho dovuto formare una rosa intera, con tutti i pro e i contro del presidente che era stanco. Non sapeva se e come affrontare la situazione. Poi ha deciso di vendere, me l’ha comunicato dopo la partita di coppa e abbiamo deciso per una risoluzione consensuale perché io avevo altre richieste tra i pro. Ho lavorato in diverse piazze, ma Grosseto mi è piaciuta per il calore della gente, per come vivono il calcio e per le strutture che hanno”.
Infine Umberto Quistelli ha concluso: “Avevamo fatto una bella rosa, mancavano quattro calciatori che avevo già comunicato al presidente. C’era gente importante come Bruno, De Vito, Bramati. Chiaramente ogni direttore fa le proprie scelte. La Serie D è un campionato duro e importante. In quei due-tre mesi qualche dato positivo l’ho avuto, perché ci sono ragazzi in rosa ambiti da società professionistiche. Vincere non è mai semplice, soprattutto se hai di fronte squadre come Livorno, Arezzo. La programmazione però è importante per fare quel passo in più, insieme a una società seria ovviamente”.
A cura di Domenico Cannizzaro