Il 2022 dell’Unione Sportiva Livorno: da Buglio ad Esposito, passando per la finale di Pomezia e le proteste dei tifosi
Sulla costa livornese durante l’anno sono numerosi i venti che abbracciano le scogliere del Romito arrivando fino alla Terrazza Mascagni. Dal vento freddo della tramontana al libeccio, che permette di osservare il mare in tutta la sua furia. Ecco, libeccio. Perché il mare mosso è affascinante da osservare, ma impossibile da navigare. E se dovessimo seguire la rosa dei venti per leggere il libro del 2022 dell’Unione Sportiva Livorno, le pagine sarebbe costantemente mosse da un vento di libeccio. Da gennaio a dicembre. Cambia la categoria, ma la difficoltà per la scalata verso la rinascita rimane la stessa. Partiamo con ordine.
Il gruppo e gli arrivi di Michele Russo e Andrea Luci
E pensare che nel primo mese del 2022 l’Unione Sportiva Livorno sembrava aver trovato la giusta velocità di crociera per concludere il campionato di Eccellenza senza troppi colpi di scena. La squadra infatti, allora allenata da Francesco Buglio, era riuscita a salutare il 2021 con cinque vittorie su cinque partite giocate nel mese di dicembre. Probabilmente in quelle prestazioni il pubblico sugli spalti dell’Armando Picchi ha visto la migliore formazione scesa in campo fino ad oggi. Solidità, gioco di squadra e capacità di reagire alle difficoltà dominando il match. Insomma, sul prato soffiava un vento di Ponente che permetteva di sperare nel bel tempo all’orizzonte. Le difficoltà di inizio stagione sembravano superate. E come se non bastasse, a gennaio arrivarono anche Michele Russo, Andrea Luci e Lorenzo Petronelli. Innesti giusti per dominare la categoria. Zefiro torna ed il bel tempo rimena. Tuttavia, al rientro dalla pausa forzata a causa della pandemia che tenne agli ormeggi le squadre fino a febbraio, la rosa dei venti puntava in un’altra direzione. Sensazioni e presentimenti che già si fecero avanti nel primo appuntamento del nuovo anno. Un pareggio senza reti sul campo del Fucecchio dove i nuovi arrivati non riuscirono a spostare gli equilibri. E lo Scirocco cominciò a prendere il posto del Ponente.
La sconfitta contro il Perignano e le dimissioni di Buglio
Vento molto pesante che preannuncia tempeste e pioggia in abbondanza. Queste sono le caratteristiche del Ponente. Perché da quella partita di Fucecchio l’Unione Sportiva Livorno in campo non rifletteva più l’immagine di una squadra capace di andare dritta verso l’obiettivo superando qualsiasi difficoltà. Tre partite, una vittoria e due pareggi. Poi, il mare che si alzava. Il vento soffiava sempre più forte. La tempesta era arrivata sull’Armando Picchi. La prima del 2022. Livorno-Fratres Perignano. Gli amaranto riuscirono a sfiorare più volte il vantaggio, ma non bastò. Alla fine ad avere la meglio furono gli ospiti, che presero i tre punti lasciando nelle mani del Livorno una sconfitta che mancava da novembre del 2021. In sala stampa Francesco Buglio si prese tutte le responsabilità. Andrea Luci, appena arrivato, evidenziò l’impossibilità di andare avanti con quel sistema di gioco. Qualcosa, nello spogliatoio, si era rotto. E le vele della nave amaranto non erano più spiegate con il vento in poppa. Il libeccio di solito dura dai tre ai cinque giorni. Alla fine delle raffiche gli stabilimenti balneari cercano di riparare i danni: dai tavoli ribaltati ai tendoni strappati. Ecco, in quel momento il Livorno pagò con le dimissioni di Buglio.
L’arrivo di Angelini e la vittoria del campionato
37 punti in classifica, 11 vittore, 4 pareggi e 2 sconfitte. Era questa l’istantanea al momento dei saluti con Buglio. Il secondo allenatore nel nuovo albo dell’Unione Sportiva Livorno era arrivato prima del previsto, probabilmente. Il presidente Paolo Toccafondi decise di consegnare le chiavi della panchina per guidare la squadra nel finale di stagione a Giuseppe Angelini. Giovanili della Juventus e del Napoli nel curriculum, colui che riportò il Cesena tra i professionisti vincendo la Serie D. Angelini era il profilo esperto fuori categoria del quale gli amaranto avevano bisogno. E il Livorno sembrava uscito dal tunnel del libeccio che aveva colpito lo spogliatoio. Certo, il nuovo allenatore aveva trovato una base buona sulla quale lavorare con sette punti di distanza dal secondo posto, ma comunque collezionò cinque vittorie in sette partite con soltanto due pareggi, vincendo poi il campionato. Così la squadra iniziò la navigazione nel mare della Poule Promozione. L’Unione Sportiva Livorno a maggio era nata da nove mesi, ma si apprestava a scrivere una delle pagine più buie della propria storia. I tifosi non potevano ancora saperlo.
La sconfitta di Pomezia e la Serie D svanita sul campo
24 aprile 2022. L’Unione Sportiva Livorno ospitava il Figline Valdarno per la prima partita della Poule Promozione. Un incontro che non avrebbe conosciuto il triplice fischio fino ad agosto e che il Livorno, in un giorno di pioggia, perse per 3-2. Rosso a Luci, poi a Torromino che aveva ribaltato la partita con il suo ingresso. La squadra di Angelini successivamente vinse contro il Tau e pareggiò al ritorno con il Figline. Nel secondo atto del match contro il Tau all’Armando Picchi, il Livorno era costretto a vincere per guadagnarsi la Serie D. La possibilità di prendersi la promozione pareggiando era stata cancellata dalla combine del Figline, che pochi mesi dopo porterà alla squalifica di diversi tesserati condannando la società ad un altro anno di Eccellenza. Davanti a 7mila persone però, Vantaggiato sbagliò il rigore decisivo. Il Livorno era fuori dai due posti disponibili per la D. Negli spareggi nazionali il vento si alzò ancora di più. Angelini aveva il compito di tenere il timone di una nave che sembrava aver perso la propria direzione. Due pareggi, sofferti, contro la W3 Maccarese permisero agli amaranto di giocarsi le finali nazionali. In Toscana fu il Livorno a vincere, ma a Pomezia il capitolo della rinascita non incontrò un lieto fine. Partita persa ai rigori e Livorno che era costretto a vedere il treno della Serie D partire senza il colore amaranto. Dalla rinascita all’incubo portato dallo spettro di un altro anno in Eccellenza. I tifosi stavano vivendo uno dei periodi più complicati in 107 anni di storia.
La Serie D, l’esonero di Collacchioni e le proteste dei tifosi
Seduto con le mani nei capelli. Da solo. I giocatori sdraiati nel cerchio di centrocampo. Fu questa l’ultima immagine di Giuseppe Angelini con la tuta del Livorno. Un obiettivo fallito sul campo. Il libeccio aveva spazzato via tutte le promesse e le ambizioni costruite mese dopo mese. L’unica speranza era il ricorso presentato al Figline. L’Unione Sportiva Livorno navigherà nell’incertezza fino ad agosto, quando arriverà la sentenza: Figline al terzo posto nel girone della Poule Promozione, amaranto in Serie D. Da quel momento la squadra ha cominciato a costruire una rosa per provare a navigare nelle posizioni più alte della classifica del girone E dell’Arezzo di Indiani. L’allenatore? Lorenzo Collacchioni. Giovane e con idee valide, sarà esonerato per ben due volte, dopo esser stato richiamato dalla squadra. La sconfitta contro la Pianese, sin qui dominatrice del girone, porterà il presidente Toccafondi a cercare un nuovo profilo. Altro giro, altro nome. Quattro allenatori in un anno solare. Vincenzo Esposito è colui che dovrà riaccendere le speranze di un Livorno che ha chiuso il 2022 in sesta posizione, a undici punti dalla Pianese. Le promesse di inizio stagione non sono state mantenute fino a qui, ed i tifosi hanno protestato nell’ultimo appuntamento in casa dell’anno, lasciando la curva vuota.
All’Armando Picchi si spengono i riflettori dopo 12 mesi composti da alti e bassi. Con una vittoria nelle ultime cinque partite, durante la sosta il libeccio tornerà ad abbassarsi. Il Livorno avrà il dovere di tenere accese le speranze Serie C per i propri tifosi con uno spogliatoio completamente rivoluzionato rispetto a qualche mese fa. Puntando la propria rosa dei venti nuovamente su Zefiro. Che quando torna il bel tempo rimena. Perché il mare mosso è affascinante da osservare, ma non permette di vedere l’orizzonte.
A cura di Jacopo Morelli