“È stato fatto un qualcosa di magnifico, con un budget sicuramente non straordinario e in una situazione di grande difficoltà.“, queste sono state alcune delle prime parole di Pierluigi Valentini, nuovo Direttore Generale del Brindisi, ai microfoni di seried24.com. Diversi i temi trattati: dalle scelte ricadute su Vincenzo Minguzzi come nuovo ds e Ciro Danucci come nuovo allenatore, fino ad arrivare a qualche pillola di mercato, passando per la progettazione e quella distinzione tra “la crema alle nocciole e la cioccolata fondente…”.
“Questa è una proprietà nuova e alla sua prima esperienza. All’inizio è stato pagato il dazio del noviziato con i tanti problemi. La capacità di averli risolti però, credo rappresenti il patrimonio più importante dal quale ripartire quest’anno, senza ombra di dubbio”.
È un campionato a due facce quello appena concluso dal Brindisi. Mentre nel girone di andata infatti, i pugliesi hanno rischiato seriamente la retrocessione, nel girone di ritorno hanno raccolto ben 40 punti in 20 partite. Una media importante che permette alla squadra di concludere il girone H di Serie D alla 10ª posizione con 49 punti.
“Nel girone di ritorno questa squadra, in termini di punti realizzati, è stata seconda solo alla corazzata Audace Cerignola”. Ha precisato Valentini: “È stato fatto un qualcosa di magnifico, con un budget sicuramente non straordinario e in una situazione di grande difficoltà. Il Brindisi non godeva, e posso fortunatamente parlare al passato, di feedback positivi da parte degli addetti ai lavori. Inoltre, vista anche una situazione di classifica a dir poco deficitaria, convincere i giocatori a trasferirsi qui diventava difficile. Io credo che questa sia stata davvero un’impresa nell’impresa compiuta da tutti: dalla società ai ragazzi, passando anche per lo staff tecnico”.
“È stato fatto un vero miracolo sportivo a 360°. I risultati raggiunti e l’aver ridato in poco tempo credibilità alla piazza, sono traguardi importanti e in primis i meriti vanno dati al Presidente Daniele Arigliano“.
“Abbiamo scelto come Direttore Sportivo e come allenatore due profili un po’ in antitesi tra di loro – afferma Valentini – perché da una parte abbiamo la grande esperienza e la grande saggezza di Vincenzo Minguzzi, alla guida della direzione sportiva. Dall’altra invece, abbiamo il grande entusiasmo, la gioventù e le grandi ambizioni di Ciro Danucci come allenatore. Siamo sicuri che questo mix possa creare le giuste condizioni per costruire un percorso virtuoso intorno al Brindisi“.
Con il Direttore Generale Valentini abbiamo trattato poi la struttura che avrà questa società, con un accenno alla questione stadio, argomento che può sempre diventare, nel bene o nel male, oggetto di discussione: “Noi abbiamo un obiettivo ben preciso: riportare in tre anni il Brindisi nel professionismo. Nel corso di questi tre anni però, bisogna lavorare alacremente per creare, da un lato, condizioni tecniche importanti, e dall’altro far crescere sempre di più il club, patrimonializzarlo, rinforzarlo. È inutile programmare salti di categoria che spesso rappresentano salti nel buio“.
“Noi dobbiamo programmare un salto di categoria in cui avremo la struttura societaria importante, in cui saremo riusciti a patrimonializzare da un punto di vista tecnico il club e dove mi auguro, con una fattiva collaborazione dell’amministrazione comunale, aver anche creato le condizioni per avere uno stadio ‘Franco Fanuzzi’ idoneo, con tutte le necessità che il professionismo richiede”.
“Bisogna essere umili ma estremamente ambiziosi. Noi abbiamo le idee molto chiare, sappiamo dove vogliamo arrivare ma per farlo, dobbiamo muoverci step by step, senza far vivere più ai tifosi brindisini l’onda dei fallimenti, delle vertenze e dei debiti. Dobbiamo piuttosto ridare slancio e credibilità in maniera duratura a tutto il progetto sportivo e societario”.
Una base solida dalla quale poter partire. È questa l’idea generale che Pierluigi Valentini – e che tutta la società – ha in mente. È bene non sperperare il proprio denaro in quelle che il Direttore Sportivo denomina ‘figurine’ ma piuttosto, utilizzarlo con l’obiettivo di patrimonializzare il club: “Io dico sempre che le società devono distinguere il debito buono da quello cattivo. Quello cattivo, per quanto mi riguarda, nasce quando vengono sperperati soldi raccogliendo ‘figurine’, così da far felici in maniera effimera i tifosi. Il debito buono invece, nasce quando contrai un debito a medio-lungo termine, ma con l’obiettivo di patrimonializzare il club, di prendere in gestione trent’anni lo stadio ma andando a rimodernarlo, a rinfrescarlo“.
“Quello che noi possiamo fare, attraverso il nostro lavoro e la nostra professionalità, è creare le condizioni affinché si possano ottenere i migliori risultati possibili. Noi partiamo dal decimo posto della scorsa stagione. Il miglioramento di questo anno, da un punto di vista spicciolo, è quello di migliorare la classifica, andando però a creare un percorso”.
Quella di Brindisi è sicuramente una piazza, oltre che storica, molto ambiziosa. Di questo aspetto Pierluigi Valentini, ne è a conoscenza. Il nome e il blasone però, non risultano sufficienti per poter costruire qualcosa di importante: “Dobbiamo fare in modo che quest’anno si costruisca questo grande treno che ci porti nel più breve tempo possibile a calcare campi importanti. Una città come Brindisi, capoluogo di provincia con oltre novantamila abitanti, che ha disputato tantissimi campionati in Serie B e che ha visto personaggi come Di Marzio, Benarrivo, Sensibile e Renna, merita sicuramente il meglio”.
“Una città come il Brindisi, che ha fatto la storia della nostra Italia, deve sicuramente traguardare obiettivi ben diversi da quelli di oggi. Se pensiamo però che basti il blasone o il nome, commettiamo un grandissimo errore“.
“Nel momento in cui capiremo che il blasone e il nome rappresentano il più grande problema per poter ritornare tra i professionisti, allora il blasone diventerà paradossalmente un grande vantaggio. Sembrerà contraddittorio come argomento ma invece questi due elementi vanno di pari passo”.
Il direttore Pierluigi Valentini cita poi un esempio simpatico quanto esplicativo, già proposto nella sua conferenza stampa di presentazione: “Durante la conferenza stampa di presentazione mi sono permesso di fare un esempio: ai tifosi del Brindisi, ma anche a quelli delle grandi piazze, viene spesso dato un grande cucchiaio di crema alle nocciole. Mangiare un cucchiaio con della crema alle nocciole, regala una grande gioia, ma è una gioia temporanea. Le controindicazioni superano di gran lunga i benefici di quel cucchiaio. Se invece si consuma della cioccolata fondente, all’inizio questa lascia dell’amaro in bocca. Con il passare dei minuti però, si inizia ad apprezzarne i sapori e i benefici”.
“Quello che noi vogliamo fare a Brindisi quindi è la programmazione. Basta proclami, figurine e fallimenti. Cerchiamo piuttosto di mettere in piedi un programma sostenibile, che abbia delle basi solide al cui centro ci devono essere: idee, competenza ,programmazione e sostenibilità. Questi sono i quattro punti sui quali lavoreremo”.
Il Calciomercato inizia ad aumentare i propri giri del motore. Con il Direttore Generale Valentini abbiamo parlato di Alex Sirri, roccioso centrale con richieste anche dalla Serie C, e non solo: “Le qualità di Sirri sono indiscutibili”. Afferma Valentini: “Chiunque lo vorrebbe nella propria rosa. Io credo però che in Serie D, il 40% delle fortune, o delle sfortune, passino dagli under. Gli under forti davvero in Serie D fai molta fatica a trovarli per diverse ragioni: l’under di primissima fascia gioca in Serie A, l’under di seconda fascia gioca Serie B e l’under di terza fascia gioca in Serie B o Serie C. Noi dobbiamo quindi essere bravi a infilarci nella prima fascia della quarta fascia degli under”.
“L’unica cosa che mi sono permesso di dire al mio Direttore Sportivo e al mio allenatore è proprio questa, di lavorare molto sugli under. Io ero direttore a Taranto due anni fa, abbiamo vinto la Serie D ma posso garantire che mettevamo in campo undici over perché i nostri under erano Ferrara, Diaby e Ciezkowski in porta. Noi dobbiamo quindi iniziare a lavorare prima sugli under“.
“Dobbiamo partire dagli under, dalle conferme e poi pian piano ci concentreremo sull’acquisizione degli over. Sirri è sicuramente un giocatore importante ma al momento, non c’è nessuna trattativa”.
Ritorna poi a citare le figure di Minguzzi e Danucci, due uomini che avranno un ruolo fondamentale per il futuro del Brindisi: “Abbiamo un allenatore che dorme poco la notte. E’ un grandissimo studioso e devo dire che questi primi giorni ci hanno dato conferma che Ciro Danucci è stata davvero la scelta giusta. Così come la scelta del Direttore Sportivo Vincenzo Minguzzi, che ha sposato questo progetto con grande entusiasmo. Stiamo lavorando su una rosa di nomi dove ovviamente la concorrenza è tanta perché, come detto in precedenza, quello che deve far stare tranquilli i tifosi è che noi abbiamo le idee chiare su quello che vogliamo fare e su dove vogliamo arrivare”.
Quella che si vuole apportare è una sorta di ‘rivoluzione culturale’. Una rivoluzione che, per essere attuata, ha però bisogno del supporto di tutti: dall’imprenditoria fino ai tifosi del Brindisi stesso: “Più che mai mi auguro che il ‘Franco Fanuzzi’ quest’anno rappresenti il dodicesimo uomo in campo”. Dichiara Valentini: “Qui si vuole fare una piccola rivoluzione culturale e mi auguro che l’imprenditoria, la politica e i tifosi brindisini non subiscano questa nostra voglia di rivoluzione culturale ma che anzi, la sposino convintamente insieme a noi e la rendano sempre più forte. Sarà questo il presupposto principale per poter creare delle condizioni di successo. Sappiamo quello che vogliamo fare, lo stiamo facendo con grandissimo impegno, lavorando tutto il giorno. Sono molto ottimista, penso davvero positivo perché sono certo che quest’anno i tifosi potranno prendersi delle belle soddisfazioni”.
A cura di Davide Balestra