Giuseppe Marotta, Claudio Gentile, Roberto Bettega ma anche Armando Picchi, Nils Liedholm, Pietro Anastasi e Gianpiero Marini; e l’elenco potrebbe addirittura protrarsi. Questi grandi personaggi, in epoche e ruoli diversi, hanno scritto pagine leggendarie della storia del nostro calcio. Sono stati icone da giocatori, dirigenti illuminati e allenatori rivoluzionari. Ma, oltre al loro successo, cos’hanno in comune? La risposta è da cercare in una città distante 60 km da Milano e appena 15 dal confine con la Svizzera. Una porzione di terra in cui vivono poco più di 80’000 persone che, negli anni, è stata rappresentata da una delle squadre più influenti nel nostro panorama calcistico. Stiamo parlando di Varese.
Dalla sua nascita, nel 1910, fino al suo fallimento nel 2019, passando inevitabilmente per il Città di Varese; la squadra che sta provando a coprirne l’assenza. Ripercorriamo la storia del Varese Calcio.
Più di 77 anni passati nei tre principali campionati, tre campionati di Serie B vinti, una sfilza infinita di nomi leggendari ma anche tante delusioni ed un fallimento, del quale nessuno è voluto farsi carico. La storia del Varese Calcio ha rappresentato anche gran parte della storia del calcio italiano. La prima volta in Serie A è nel 1964/65. L’esordio è probabilmente il peggiore che potesse capitare allora: la leggendaria Inter di Herrera, Facchetti e Mazzola il 13 settembre del 1964 fa visita al Franco Ossola di Varese. Lo stadio ha dato poco cambiato nome in onore del giocatore del Grande Torino, fratello di Aldo che gioca proprio a Verese, e compagno di squadra di papà Valentino Mazzola; entrambi scomparsi nel tragico volo sulle colline di Superga. La gara così densa di significato da una parte e dall’altra termina 0-0, un successo per i padroni di casa a cui ne seguiranno molti altri.
Varese resterà 7 anni nella massima serie. Ancora fisso nella memoria collettiva, il 5-0 rifilato alla Juventus nel 1968 risultato che ancora oggi resta il più largo della loro storia in Serie A. Nel 1975 giocano l’ultima partita nel massimo campionato. L’anno successivo fa il suo esordio in dirigenza anche un giovane Giuseppe Marotta, da sempre tifoso biancorosso e che ha da poco finito gli studi superiori.
Da sempre appassionato del club inizia coma raccattapalle passando poi per diversi ruoli. Fa prima il magazziniere diventando il pupillo del Presidente Colantuoni. E’ diventato segretario generale del Varese a soli 23 anni, poi direttore sportivo, direttore generale e, infine, presidente.
Dopo una lunga militanza tra B e C arrivano gli anni più difficili. Il Varese Calcio fallisce 3 volte ( 1988, 2004 e 2015), ogni volta trovando nuova forza per ripartire. In questi anni comunque tanti personaggi famosi passeranno da Varese: De Luca, Sannino, Tacconi, Kurtic per esempio. Ma il 12 agosto 2019 viene proclamato l’ennesimo fallimento della società. A seguito di ciò, nessuna proprietà si propone per subentrare formalmente alla tradizione sportiva biancorossa, che pertanto dalla stagione 2019-2020 si deve ritenere quiescente.
Da quell’agosto del 2019 nessuno si fa avanti per portare avanti il nome della secolare squadra lombarda. Sono tante le realtà che nascono ma nessuna che, almeno formalmente, si faccia carico del peso di un club tanto leggendario. Oggi il nome della città è portato avanti dal Città di Varese, impegnata nel girone B di Serie D. Le cose, al momento però, non stanno andando per il meglio. Dopo un mercato estivo che aveva fatto sognare la piazza, attualmente la squadra di De Paola occupa il quart’ultimo posto in classifica, profondamente invischiata nella zona playoff.
Seppur non legalmente, la squadra sembra però essere la vera erede della storica tradizione calcistica varesina. Lo stadio, i colori e il nome d’altronde sembrano non lasciare dubbi. Tutto questo, nell’attesa che il calcio a Varese torni agli splendori di un tempo e che nuove pagine di storia del gioco possano essere scritte proprio a partire dal capoluogo lombardo.
A cura di Edoardo Gregori