La caduta di Varese: dal ritorno in A solo sfiorato ai fallimenti e l’incubo Eccellenza
Quella di quest’anno non è stata una gran bella annata per il Città di Varese, che resta inchiodato fra i dilettanti dall’ultimo fallimento datato 2019. La squadra, al termine del girone B di questa Serie D, non è riuscita a piazzarsi oltre il terzultimo posto: retrocessione diretta in Eccellenza scampata per pochissimo, la permanenza nella categoria passerà dallo spareggio play-out.
I biancorossi dovranno affrontare in un match secco la Folgore Caratese e saranno obbligati a vincere nell’arco di massimo 120 minuti totali se vorranno preservare la categoria. Così non dovesse andare, sarà effettivamente Eccellenza per la formazione lombarda. Un limbo fra i dilettanti, quello per la città di Varese, che prosegue ormai da tempo. E pensare che, una volta, la squadra riuscì anche ad arrivare in Serie A (tra gli anni ’60 e ’70) e che appena 11 anni fa sfiorò il ritorno nella massima categoria.
A un passo dalla Serie A
A sfiorare quell’impresa fu l’ex presidente Antonio Rosati, che guidò il club lombardo dal 2008 al 2013 riportandolo subito dalla Lega Pro alla Serie B. Artefice di quella stessa impresa ma dalla panchina fu l’allenatore campano Giuseppe Sannino che, trascinato dai gol del nigeriano Osarimen Ebagua (ma non solo), riuscì prima ottenere la promozione in seconda divisione, poi a lottare per i piani alti in quest’ultima.
Infatti, nella primissima stagione di Serie B (2010/11), arrivò subito un quarto posto che permise alla squadra di partecipare immediatamente ai play-off per tentare di raggiungere la Serie A. Il Varese, però, venne eliminato subito dal Padova di Stephan El Sharaawy, che si aggiudicò quella doppia semifinale di play-off grazie ad un complessivo 4-3 (1-0 a Padova e 3-3 a Varese). L’anno successivo, però, stavolta sotto la guida di Rolando Maran, il Varese riuscì comunque ad assicurarsi la seconda partecipazione di fila ai play-off grazie al quinto posto in campionato. In quell’occasione, invece, i biancorossi riuscirono a sorpassare l’Hellas Verona in semifinale, tuttavia subirono i colpi della Sampdoria di Gastaldello e Pozzi in finale. I blucerchiati tornarono in Serie A dopo un solo anno dall’ultima retrocessione, vincendo 4-2 nel doppio scontro con i lombardi (3-2 a Genova, 0-1 a Varese).
Il declino e il (doppio) fallimento del club
Da lì, un crollo verticale prima lento, poi rapidissimo. Alla terza stagione in Serie B arrivò un 7° posto che per un soffio non permise al Varese di giocarsi ancora una volta i play-off. Nell’annata successiva, invece, il Varese riuscì a piazzarsi solo al 18º posto, giocandosi invece per la prima volta il play-out per non retrocedere. Se in quel 2013/14 la squadra riuscì a salvarsi nello spareggio a scapito del Novara, nella stagione successiva arrivò la retrocessione diretta in virtù del solo 21º posto. È solo la punta dell’iceberg per la squadra lombarda: il Varese non riuscì neanche a iscriversi a quella Lega Pro cui era stata destinata. Così, nel 2015, il club nato nel lontano 1910 fallì (una prima volta).
La squadra venne rifondata per ripartire dal campionato di Eccellenza, rinata dalle ceneri di una società la cui storia è durata 105 anni. Quel nuovo Varese riuscì subito a ottenere la promozione in Serie D, ma il suo cammino durato appena quattro anni è stato solo un vagabondare avanti e indietro tra queste due categorie. Nel 2019, per la seconda volta in appena quattro anni, la società è dichiarata fallita per insolvenze dal Tribunale di Varese, non essendo riuscita a iscriversi a nessun campionato.
La nascita e il percorso del Città di Varese
In seguito a questo secondo e ultimo fallimento del Varese, nessuno più ha rifondato la squadra. Nel 2019, infatti, sono sorti altri club che hanno adottato il nome della città e i colori biancorossi, ma nessuno di essi ha mai rivendicato ufficialmente di aver “rifondato il Varese”. In particolar modo, il Città di Varese – che si registrò per la prima volta ai campionati federali proprio in quel 2019/20, in seguito al fallimento – in quanto realtà totalmente nuova, dovette partire dalla Terza Categoria. Arrivò subito la vittoria del campionato e quindi la promozione in Seconda Categoria, ma per i “nuovi” biancorossi la Serie D era già alle porte.
Nel luglio 2020, infatti, si concretizzò la fusione con il Busto 81 di Busto Arsizio, che all’epoca vinse il proprio campionato di Eccellenza e ottenne la promozione in Serie D, ma la cui società era intenzionata a cessare l’attività. Così, il Città di Varese ottenne il diritto di partecipare al successivo campionato di Serie D, categoria che ha mantenuto a oggi fin da allora. La speranza, per i tifosi varesini, sarebbe stata quella di competere per tornare in tempi brevi fra i club professionistici. Così non è stato, anzi: al termine di questa stagione, il Città di Varese si vede costretto ad affrontare i play-out contro la Folgore Caratese per evitare un’ulteriore retrocessione, stavolta in Eccellenza… Il periodo buio per la realtà biancorossa non è assolutamente finito, per tornare ai fasti di un tempo serve qualcos’altro.
A cura di Lorenzo Gentile