San Donato Tavarnelle, in porta a 17 anni c’è Viti
Viene da Montaione, paese dove Luciano Spalletti ha l’azienda agricola ‘La Rimessa’. E’ lui il giovanissimo esordiente, chiamato a difendere i pali del San Donato Tavarnelle, dopo gli infortuni dei portieri titolari
“Adesso tocca a te”. Cominciare la prima esperienza in serie D al San Donato Tavarnelle e trovarsi alla quinta giornata con 2 presenze da titolare, fa ben immaginare l’emozione del giovane portiere, Lorenzo Viti, chiamato a sostituire i titolari, Daniele Cardelli e Christian Balli, fuori entrambi per infortunio.
Una eredità temporanea ma allo stesso tempo pesante. I suoi compagni di squadra sono portieri di valore. Il primo Cardelli ha esordito in serie B con il Pisa di Gattuso il 4 settembre 2016. Il secondo sempre con il Pisa primavera e poi la stagione precedente con i colori del San Donato Tavarnelle ha accumulato un bagaglio importante.
Una vita fra il pallone e le vigne
Lorenzo Viti è uno studente dell’istituto agrario di Castelfiorentino, che ha esordito fra i pali in serie D lo scorso 13 ottobre, giocando contro il Rieti il secondo tempo che non era stato possibile giocare nella precedente programmazione per un infortunio al direttore di gara . La partita è terminata con il risultato di 4 a 2 a favore dei gialloblù, guidati tra l’altro dal certaldese Paolo Indiani. Indiani è un allenatore più volte menzionato anche un big della serie A, come Leonardo Semplici, allenatore di Cagliari e Spal.
E’ lui il giovanissimo esordiente, chiamato a difendere i pali del San Donato Tavarnelle, dopo gli infortuni dei portieri titolari
Gli altri due portieri si sono infortunati prima di questa partita e Viti si è così trovato titolare. Un esordio che in realtà stava per avvenire nella vittoriosa trasferta di Trestina al 94′ quando Cardelli sembrava destinato a lasciare il campo. Aveva già indossato il completo arancio, pronto per esordire nel mondo dei grandi che alla fine è stato rimandato solo di qualche giorno. Un esordio bagnato con una vittoria e una rete subita che ha sfiorato con i guantoni, prima di vederla depositarsi in fondo al sacco.
“Uso i miei primi parastinchi, sono con me da quando avevo 6 anni”
Con lui i primi parastinchi che aveva ricevuto alla tenera età di 6 anni: “Erano sempre in ottime condizioni, valgono più di un portafortuna”. È stato proprio lui stesso sui social a rilanciare la fotografia della formazione dove tra l’altro figurava proprio lui. Un segno tangibile del riconoscimento e del premio che la stessa società ha voluto omaggiare al giovanissimo valdelsano.
“Sto lavorando duramente in una grande società, dove ho trovato un gruppo di professionisti ed amici. Al mio fianco ho un esperto, come Riccardo Dipisello, che è un vero e proprio faro. Inoltre mister Indiani mi ha trasmesso molta fiducia e questo è veramente importante per un giovane come me. Mi sento cresciuto e migliorato ma sono consapevole che la strada è in salita. Solo con il lavoro e il sacrificio si possono ottenere risultati”
Viene da Montaione, paese dove Luciano Spalletti possiede e gestisce l’azienda agricola ‘La Rimessa’
Studente dell’istituto agrario di Castelfiorentino con il sogno diviso fra il territorio e il pallone: “Quando mi alzo la mattina vedo le vigne. Vorrei lavorare nel mondo del vino, anche se il mio vero desiderio è quello di diventare un calciatore professionista” prosegue il 17enne. Nel suo paese l’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti possiede l’azienda agricola ‘La Rimessa’. Il vino tra l’altro prende un nome molto attuale, come ‘Controcampo’.
“I miei genitori fanno molti sacrifici per seguirli, li ringrazierò sempre”
Un pensiero per la famiglia: “Mamma e babbo mi portano agli allenamenti, facendo molti sacrifici, questo è un gesto speciale”.
A vederlo allo stadio Pianigiani tutta la sua famiglia, sempre pronta a seguirlo. Oltre ai genitori ci sono suo fratello e sua sorella. Oltre alla famiglia anche tutti gli amici e i compagni di viaggio, perché in questo percorso non si dimentica mai da dove si proviene.
A cura di Giacomo Bertelli