Altro che Vlahovic: la Juve si mangia le mani | Avevano in casa un fenomeno e lo hanno regalato
L’attaccante serbo, con Thiago Motta, non riesce a trovare continuità. L’allenatore ex juve che è altrove avrebbe potuto valorizzarlo
La Juventus ha aperto una nuova era con l’addio del livornese Massimiliano Allegri e l’arrivo di Thiago Motta. La dirigenza ha scelto di puntare su un cambiamento profondo per tornare a competere ad alti livelli e vincere nuovi titoli.
Questo rinnovamento passa anche dalla partenza di alcuni leader, come Szczesny, Alex Sandro, Rabiot e Chiesa, simbolo della volontà del club di voltare pagina.
Nonostante le novità, un punto fermo resta Dusan Vlahovic. Il centravanti serbo, fondamentale già con Allegri, continua a essere al centro del progetto, anche se le sue ultime prestazioni hanno suscitato qualche preoccupazione. Le sue qualità non sono in discussione, ma l’adattamento al sistema di Thiago Motta, che richiede, al centravanti, maggiore partecipazione al gioco, sembra non esaltarlo pienamente e chissà se con un altro allenatore avrebbe potuto incidere fin da subito.
Gli infortuni e il fattore psicologico potrebbero aver influenzato il rendimento del serbo, ma resta da vedere se riuscirà a trovare il giusto equilibrio per esprimersi al meglio. Con il tempo e il supporto giusto, Vlahovic ha tutte le carte in regola per diventare il centravanti che la Juventus cerca per tornare grande.
Attaccanti storici della Juventus: un’eredità importante
La storia della Juventus è legata a grandi attaccanti che hanno segnato epoche indimenticabili. Da Giampiero Boniperti, simbolo degli anni ’40 e ’50, a Roberto Bettega, protagonista negli anni ’70 e ’80. Più recentemente, David Trezeguet e Gonzalo Higuain hanno scritto pagine importanti con i loro gol decisivi.
Dopo la parentesi con Cristiano Ronaldo, la Juve è ancora alla ricerca di un bomber in grado di fare la differenza nei momenti cruciali. Vlahovic ha il potenziale per raccogliere questa eredità e diventare il nuovo simbolo dell’attacco bianconero.
Ravenna, la cura Marchionni funziona
Il Ravenna sta vivendo un momento straordinario sotto la guida di Marco Marchionni. L’arrivo dell’ex juve e ex tecnico di Novara e Potenza ha portato una svolta: in campionato, i giallorossi hanno collezionato 16 punti su 18 disponibili, con cinque vittorie e un pareggio. Questo cambio di marcia ha permesso alla squadra di recuperare terreno dopo un inizio deludente. Merito anche di una difesa solida e di un attacco prolifico, con giocatori come Manuzzi, Di Renzo e Lo Bosco che stanno facendo la differenza.
Un altro fattore chiave è il supporto del pubblico. Lo stadio Bruno Benelli si è rivelato un vero fortino, con i tifosi che seguono la squadra anche nelle trasferte più difficili, dimostrando un attaccamento fuori dal comune. L’obiettivo della società, guidata dal presidente Cipriani, è chiaro: riportare il Ravenna nelle categorie superiori, alimentando l’entusiasmo e le ambizioni di una piazza che sogna in grande.