Buttati fuori dallo stadio: cambiamo casa fino a giugno | Costretti al “trasloco” in serie D
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Credits: Imago
Il Presidente ha confermato che saranno gli ultimi quattro mesi allo stadio, dopodiché prenderà piede il piano b
Non è la prima volta che un club italiano si trovi costretto a cambiare casa per un lungo periodo di tempo. Uno degli ultimi casi riguarda l’Atalanta del presidente Percassi, la quale dopo una grande stagione si è ritrovata a dover disputare la Champions League.
Il “Gewiss Stadium” allora aveva una capienza massima di 16mila spettatori, ed una struttura non idonea per i termini Uefa. La dirigenza bergamasca quindi, chiese ai due club milanesi, Milan e Inter di essere ospitata a San Siro, per disputare le gare casalinghe del girone di Champions. In accordo anche con il sindaco della città meneghina, Giuseppe Sala, si riuscì ad arrivare ad un compromesso.
Un ottimo spunto, anche in ottica fair play, dal momento che il solo “si” del sindaco non sarebbe bastato per permettere al club nerazzurro di ospitare i propri tifosi al “Meazza”.
Ad oggi in Serie D, c’è una squadra che da tempo richiede l’attenzione da parte del comune per trattare sull’eventuale concessione per l’uso dello stadio. Il presidente chiede a gran voce un ritocco riguardo i termini e gli aspetti concessori, i quali sembrano essere gli stessi rispetto ad un anno fa.
Stadio in concessione o di proprietà? L’Italia è molto indietro
Da anni in Italia si parla dei pochi stadi di proprietà presenti nei nostri campionati. La differenza con il resto d’Europa è enorme, se pensiamo che ben diciassette paesi sono messi meglio di noi da questo punto di vista. In Italia sono 129 gli stadi di calcio che hanno un’omologazione superiore ai 5mila spettatori, e solo sei di questi sono di proprietà.
Ovviamente citato poc’anzi il Gewiss Stadium, Juventus Stadium, Mapei Stadium, Bluenergy Stadium, Giovanni Zini di Cremona, e lo Stirpe di Frosinone. Nel 2032 Turchia e Italia ospiteranno l’edizione dell’Europeo. Quest’ultimo potrebbe rivelarsi un’ottima chance in ottica revisione degli stadi.
Avere uno stadio di completa proprietà del club permetterebbe anche di evitare eventuali scontri con i rispettivi comuni, in merito ai termini e agli aspetti concessori dettati da questi ultimi, come è successo a questo club di Serie D.
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Avezzano, Pecorelli: “Ultimi quattro mesi allo stadio Dei Marsi”
Avezzano, continua a tenere banco la questione stadio. La società del girone F attraverso la propria pagina Facebook e le parole del presidente Pecorelli (ai microfoni di TalkSportAbruzzo) ha confermato che saranno gli ultimi quattro mesi al “Dei Marsi-Cimarra”. Di seguito le parole del presidente Pecorelli.
Ecco le parole di Pecorelli. “Scade la concessione. Noi non siamo più interessati a rinnovarla, per noi sono scaduti i tempi ed abbiamo necessità velocemente di navigare il nostro “piano B”, siamo stati molto chiari con le comunicazioni al Comune. Per noi era già tardi il 31 dicembre, poi grazie all’intervento del sindaco abbiamo atteso, stringendo i denti, il 31 di gennaio”.
“Passata questa data non abbiamo avuto nessun riscontro, se non l’ipotetica promessa che da qui a fine mese saremmo stati convocati per un tavolo tecnico in cui discutere gli aspetti concessori. Sono gli stessi che abbiamo già visionato e discusso quasi un anno fa. Non esistono più i tempi. Senza nessuna polemica e senza nessuna acredine, lo tengo a precisare. E’ il nostro ultimo giro di ballo sul “dei Marsi” per quello che ci riguarda, ci concentriamo intanto sull’ottenimento del risultato sportivo ed ora noi, come società, ci concentreremo sulla progettualità per la prossima stagione”.
Sulle possibili alternative. “Soluzioni? Noi le abbiamo chiare. Vedremo quale sarà la più adattabile. E’ ovvio che, non potendo più fare affidamento sul “dei Marsi”. Dovremo ragionare su di una struttura che possa ospitare i tifosi; se non li potrà ospitare per altri problemi strutturali, dovremo organizzare un servizio streaming per permettere ai tifosi dell’Avezzano di seguire la propria squadra, in casa e fuori casa. Non è una prova di forza, non c’è nessuna polemica, siamo arrivati al 15 febbraio, ci sono tempi per noi molto stretti e ci dobbiamo sbrigare ad organizzare la prossima stagione. Siamo in gravissimo ritardo e non possiamo più attendere”.