Con Zanetti ho rischiato la vita | L’aneddoto è da NON CREDERE: il nipote ha vuotato il sacco
Aneddoti, retroscena, segreti svelati e futuro: a tutto Nicolas Zanetti
Totti, Baresi, Del Piero, Maldini, Giggs, Puyol… Al giorno d’oggi è sempre più difficile vedere calciatori amare a tal punto una maglia da decidere di vestirla per tutta la carriera, la storia del calcio italiano (ed europeo) è ricca di questi esempi.
Oggi, ad esempio, abbiamo deciso di raccontarvi qualcosa di più su quella che forse è la bandiera per eccellenza dell’Inter, il Pupi Javier Zanetti. Arrivato all’Inter nel 1995, diventato capitano, poi vicepresidente del club. Cinque scudetti, una Champions (e relativo triplete) che lo hanno fatto diventare tra i calciatori più amati degli ultimi decenni.
I segreti che vi stiamo per svelare ci sono stati raccontati direttamente dal nipote Nicolas Zanetti. Classe 1994 con il futbol nel sangue, appena acquistato dalla Cannobiese in Prima Categoria Piemonte. “Il calcio ce l’ho nel sangue, fa parte di me. In famiglia è sempre stato un ragione di vita, non solo perché sia per mio padre che per mio zio era un lavoro. Ma perché per noi argentini è una religione” ha esordito.
Mai una parola fuori posto, mai un capello fuori posto. Dentro e fuori dal campo. Un solo cartellino rosso in tutta la carriera e tantissimi esempi di fair play nel corso delle sue 615 presenze in nerazzurro.
Ma non solo questo: Nicolas Zanetti ci ha raccontato anche altri aneddoti e segreti. A partire da quella volta in cui hanno rischiato la vita.
“Passiamo ore a bere mate e parlare di calcio. È ancora un animale”
Oltre a qualche chiacchiera sul suo futuro e sulle ambizioni per la nuova esperienza in biancorosso, Nicolas Zanetti ci ha parlato anche del rapporto con lo zio, “El Tractor” Javier Zanetti. “Tra i miei e i suoi impegni è difficile vedersi sempre, ma appena c’è la possibilità ci organizziamo e passiamo ore seduti a bere mate e parlare. Abbiamo un carattere molto simile: l’ironia, lo stile di vita sano, la rigidità per l’alimentazione, la mentalità per gli allenamenti. Mi rivedo in lui in tante cose“.
E a calcio? Il Pupi è ancora in grado di macinare chilometri? Ecco la risposta di Nicolas: “Lui era difensore ma potevi tranquillamente metterlo ovunque e avrebbe fatto una bella figura. Io invece sono un numero 10 ma posso farmi valere a centrocampo come De Paul. Ci siamo affrontati in alcune occasioni, vi posso dire che sia fisicamente che atleticamente è ancora un animale“.
“Con lui ho rischiato la vita per un incendio ma…”
Non tutto, però, è sempre rose e fiori. Se da una parte Nicolas e Javier hanno condiviso tanti bei momenti insieme, ci sono anche esperienze ma magari non avrebbero voluto vivere. Come quello in occasione dei Mondiali, vissuti in una casa presa in affitto. Ecco cosa è successo.
“Uno degli aneddoti più belli che ci vede protagonisti è stato in Russia, durante il Mondiale. Pensavamo che la casa che avevamo preso in affitto avesse preso fuoco. È lungo da raccontare e vi risparmio tutti i particolari, ma per fortuna ci siamo solo andati vicini. Era un falso allarme”.
Tutto è bene quel che finisce bene, ma che spavento!