Dalla Champions con la Juve alla serie D | Lasciato Torino per tornare in provincia: scelta di cuore

La storia del talento nato in bianconero
Ci sono scelte che vanno oltre la carriera, oltre i trofei e oltre le luci della ribalta. Ci sono percorsi che, dopo aver toccato il cielo del grande calcio, portano a riscoprire le proprie radici, in una realtà più piccola ma con lo stesso amore per il pallone.
È la storia di un giocatore che, dopo aver vestito la maglia della Juventus, aver calcato i campi della Serie A e della Champions League, ha deciso di tornare a casa, nella sua terra, per aiutare la squadra della sua città a crescere.
Una carriera costruita con il lavoro e il sacrificio, senza mai smettere di migliorarsi. Era una giovane promessa quando ha fatto il suo esordio nel massimo campionato italiano, entrando in campo al posto di Pavel Nedved, simbolo di una Juventus che stava ricostruendo la sua grandezza. Il giorno prima aveva segnato una doppietta in Primavera e mister Claudio Ranieri, colpito dalle sue qualità, gli diede la grande occasione. Il debutto in Champions League sarebbe arrivato l’anno successivo, sempre sostituendo il Pallone d’Oro ceco.
Dai campi della Serie A, il suo viaggio lo ha portato a essere protagonista anche in Serie B e C, vestendo maglie prestigiose come Empoli, Salernitana, Modena, Vicenza e Pro Vercelli, dove ha vissuto forse il periodo più esaltante della sua carriera. È stato allenato da tecnici del calibro di Maurizio Sarri, che definisce “un malato di tattica e un vero maestro di calcio”, e da tanti altri allenatori che gli hanno lasciato un bagaglio di esperienza fondamentale.
Il ritorno in provincia
Eppure, dopo oltre 400 presenze tra i professionisti, qualcosa è cambiato. La voglia di stare vicino alla propria famiglia è diventata più forte delle ambizioni. Nell’ultima stagione ad Arezzo, gli era stata offerta l’opportunità di iniziare una carriera da collaboratore tecnico, ma il richiamo di casa era troppo forte. Così ha scelto di scendere in Serie D per indossare la maglia della squadra della sua città.
Ora è uno dei giocatori più esperti della rosa e sta mettendo la sua esperienza al servizio della squadra per raggiungere l’obiettivo più importante: la salvezza. “Il nostro è un gruppo giovane, con valori tecnici importanti, ma dobbiamo lottare su ogni campo per meritarci la permanenza in questa categoria”, racconta. Sa che la Cairese ha ambizioni e un progetto solido, e vuole contribuire alla sua crescita.

Luca Castiglia e la Cairese: futuro da allenatore?
Il futuro? Un passo alla volta. L’idea di smettere non lo sfiora ancora, ma sa già che un domani potrebbe restare nel mondo del calcio da allenatore. Ha già ottenuto la Licenza UEFA C, ma il sogno è quello di guidare una squadra di grandi. Magari, proprio la Cairese, il club per cui ha scelto di chiudere il cerchio della sua carriera.
Dopo oltre 400 presenze tra i professionisti, Luca Castiglia ha scelto di tornare nella sua terra natale, sposando il progetto della Cairese. Il centrocampista classe 1989, cresciuto nelle giovanili della Juventus e con un passato tra Serie B e C, ha raccontato il suo percorso ai microfoni di SerieD24.com.