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Era il giovane fuoriclasse dell’Inter di Stramaccioni | Ora ha fissato il RITIRO DAL CALCIO: ecco quando

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L’esterno destro idolo dei tifosi ai tempi dell’Inter di Stramaccioni ha parlato del suo ritiro dal calcio giocato

C’era un tempo in cui l’Inter di Stramaccioni batteva con il risultato di 3-1 l’invincibile Juventus di Antonio Conte in un Allianz Stadium che prima di allora non era mai stato teatro di una sconfitta. O ancora un tempo in cui in una fredda serata del lontano 24 febbraio 2013, i nerazzurri agguantarono il pareggio in un derby contro il Milan che sembrava ormai perduto.

Chi segnò quel gol? Un giocatore che era appena arrivato dal mercato di riparazione di gennaio, un esterno destro argentino naturalizzato italiano che da quel momento ha scritto una pagina di storia importantissima nell’almanacco dei derby della Madonnina.

Proprio quella sera il giovane fuoriclasse argentino segnò il primo e unico gol con la maglia nerazzurra, ma tanto è bastato per farlo rimanere nel cuore di tutti i tifosi dell’Inter. Da quel gol nel derby di Milano ne è passato di tempo, e sono passate anche tante esperienze per l’ormai trentacinquenne argentino naturalizzato italiano , dalla Serie A, passando per la Premier League, il ritorno in Argentina, fino ad arrivare alla Serie D.

E già, perché l’esterno destro argentino dopo le tante esperienze in Serie A e avventure all’estero, un anno fa ha deciso di ripartire dalla penisola tricolore sposando il progetto del Barletta nel girone H di Serie D.

Dalla Serie A alla Serie D: L’avventura a Barletta

Un avventura quella tra il giocatore argentino naturalizzato italiano e il Barletta che è partita bene ma che poi si è conclusa con la risoluzione del contratto nel mese di aprile e la successiva retrocessione dei biancorossi in Eccellenza. L’esterno di origini sudamericane ha chiuso la sua avventura con il club pugliese con 16 presenze e 3 gol. Indossando in più occasioni la fascia da capitano al braccio.

I motivi della risoluzione consensuale del contratto sono strettamente familiari e legati al giocatore che ha espressamente voluto rinunciare a tutti gli emolumenti a maturarsi sino alla naturale scadenza contrattuale e ha chiarito di dover tornare in Argentina per motivi personali.

Nonostante questo, in una recente intervista a seried24.com Ezequiel Schelotto ha dichiarato: “A Barletta quando si vinceva si vinceva tutti ma quando si perdeva diventavo tra i principali responsabili anche quando ero fuori per infortunio. Dopo Natale sono cambiate tantissime cose con gli addii di Pavarese e Ginestra e mi sono trovato in situazione difficile da capitano. Mi sono sentito solo e a un tratto sono diventato il capro espiatorio di una situazione che si è ribaltata da un momento all’altro”.

Schelotto

La carriera di Ezequiel Schelotto e le voci sul possibile ritiro

Ezequiel Schelotto, soprannominato El Galgo (Il Levriero) per la sua corsa, inizia a mettersi in mostra con le giovanili del Banfield, in Argentina. La sua prima esperienza in Italia risale al 2008 quando viene acquisto dal Cesena, in Serie C. Qui gioca però solo sei partite il primo anno, segnando una sola rete. Nel luglio del 2009 l’Atalanta ne acquista metà del cartellino. L’anno successivo gioca sempre con il Cesena, ma in Serie B. In 40 presenze segna sei gol. Circa un anno dopo viene riscattato completamente dall’Atalanta, ma rimane in prestito al Cesena, con cui esordisce in Serie A.

Esordisce in A il 28 agosto 2010 nella gara esterna contro la Roma. Successivamente passa all’Atalanta e poi la grande occasione con l’Inter, prima di andare in prestito al Parma, Chievo, Catania e Sassuolo. Nel 2012 viene chiamato per la prima volta in nazionale dal CT Cesare Prandelli. Nel 2015 si allontana dal campionato italiano per raggiungere quello estero, con Sporting Lisbona e Brighton. Ben sei anni dopo ritorna in Argentina, e solo nel 2023, fa il suo ritorno in Italia, militando con il Barletta in Serie D.

Per quanto riguarda il ritiro Ezequiel Schelotto per il momento non ci pensa: “La mia idea è poi di fare il corso da allenatore a Coverciano per iniziare già a studiare ed essere pronto per dopo il ritiro, ma a 35 anni mi sento ancora in grado di giocare ad alti livelli. La mia idea è di fare altri 3-4 anni da calciatore“.