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Oaktree come Zhang: buco da 150 milioni | Il calciomercato è di nuovo un problema

Negli ultimi anni, il club ha consolidato il proprio status a livello internazionale, raggiungendo traguardi prestigiosi e tornando a essere competitivo su più fronti. Una finale europea inaspettata ma giocata con grande dignità, seguita da un trionfo nazionale che ha riportato un trofeo atteso da tempo.

L’attuale stagione, pur confermando la competitività della squadra in campionato e nelle coppe, ha però evidenziato alcune lacune che, con il passare dei mesi, sono diventate difficili da ignorare.

Uno dei principali problemi riguarda la gestione del calciomercato. Negli ultimi due anni, il club ha investito circa 150 milioni di euro per rinforzare la rosa con ben 17 giocatori, ma solo una minima parte di questi acquisti si è rivelata davvero determinante per il progetto tecnico.

Gli altri, invece, hanno faticato a trovare spazio o ad avere un impatto significativo, sollevando interrogativi sulle scelte effettuate dalla dirigenza.

Basti pensare ai nuovi innesti: tra questi, solo tre possono essere considerati titolari inamovibili, mentre gli altri hanno avuto un utilizzo marginale o addirittura sono stati ceduti senza lasciare traccia. Alcuni sono stati condizionati da problemi fisici, altri non si sono adattati al sistema di gioco dell’allenatore, altri ancora sono stati semplicemente delle scommesse non vinte. Il reparto offensivo è stato quello che ha sofferto di più questa situazione, con acquisti che avrebbero dovuto garantire alternative affidabili ma che, numeri alla mano, non sono mai riusciti a impensierire i titolari.

Una situazione difficile reparto per reparto

Anche sugli esterni la situazione non è migliore: alcuni giocatori, arrivati per offrire soluzioni diverse e dare il cambio ai titolari, hanno avuto un rendimento deludente o sono stati già girati in prestito. In mediana, l’idea era quella di costruire un centrocampo dinamico e ricco di alternative, ma la realtà ha raccontato una storia diversa. Alcuni acquisti non hanno risposto alle aspettative, mentre altri, pur con un minutaggio importante, non sono mai riusciti a imporsi davvero.

E poi c’è il nodo del secondo portiere, un investimento importante che finora non ha trovato riscontro sul campo. Il titolare indiscusso non è mai stato realmente messo in discussione, e le poche apparizioni del suo sostituto non hanno generato la fiducia necessaria per una possibile staffetta in futuro. Anche per altri giovani talenti il percorso è stato simile: acquistati con l’idea di crescere e diventare risorse preziose, ma alla fine relegati ai margini o mandati altrove in cerca di spazio.

Inter, troppi soldi spesi per il calciomercato: investimenti veramente così utili?

Tirando le somme, il bilancio delle ultime quattro sessioni di mercato è chiaro: troppi soldi spesi per troppo poco rendimento. Un problema già vissuto in passato e che, con il cambio di proprietà, ci si aspettava potesse essere risolto con una maggiore attenzione nella programmazione. Invece, la situazione si è ripetuta. Oaktree ha continuato sulla scia di Zhang, con investimenti che non sempre hanno portato i frutti sperati. E sì, stiamo parlando dell’Inter. Il club nerazzurro ha speso tanto ma ha raccolto poco da molti dei nuovi acquisti. Thuram, Pavard e Sommer sono stati gli unici veri colpi, mentre giocatori come Taremi, Sanchez, Arnautovic e Correa non hanno mai inciso. Stesso discorso per Buchanan, già girato in prestito, e per un secondo portiere da 13,5 milioni di euro come Josep Martinez, utilizzato solo una volta in Coppa Italia.

Il caso più emblematico resta il centrocampo, dove l’Inter aveva investito per rinforzarsi, ma con risultati altalenanti. Asllani, pagato per essere il vice Calhanoglu, non è mai diventato un’alternativa credibile. Frattesi, nonostante qualche buona prestazione, ha avuto meno spazio di quanto ci si aspettasse. Zielinski, un titolare inamovibile a Napoli, ha visto il campo solo sei volte da titolare in campionato. Se il club vuole continuare a competere ad alti livelli, serviranno scelte più mirate e meno sprechi: il mercato, finora, è stato più un problema che una risorsa.