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Serie D, granata costretti a rinunciare alle trasferte: “200 km sono troppi” | Accettato il 3-0 a tavolino

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Inevitabile il 3-0 a tavolino, duro comunicato del club granata: “Costretti a rinunciare alla trasferta”

Le difficoltà logistiche ed economiche dei club dilettantistici italiani sono una realtà spesso sottovalutata, ma rappresentano una sfida quotidiana per molte squadre, specialmente quelle che militano nelle categorie inferiori. Tra le principali problematiche, spiccano le spese di trasporto per le trasferte, che possono pesare in maniera significativa sui bilanci societari. In alcune regioni, dove le distanze tra le città sono ampie e le infrastrutture non sempre adeguate, organizzare uno spostamento per una partita può diventare un’impresa ardua.

I club dilettantistici, spesso sostenuti da risorse limitate e da contributi locali, devono affrontare non solo le spese per l’affitto dei campi e le divise, ma anche per il trasporto della squadra. Quando le trasferte prevedono viaggi superiori ai 200 chilometri, il peso economico diventa quasi insostenibile. Inoltre, queste lunghe distanze non solo incidono sul bilancio economico ma anche sul fisico dei giocatori, molti dei quali sono dilettanti con impegni lavorativi paralleli e non possono permettersi di perdere intere giornate per gli spostamenti.

Negli ultimi anni, alcune squadre hanno dovuto prendere decisioni drastiche, come rinunciare a giocare determinate trasferte troppo lontane per contenere i costi. Questa scelta comporta automaticamente la sconfitta a tavolino per 3-0, ma per alcuni club è un sacrificio necessario per sopravvivere.

Un altro aspetto che complica ulteriormente la situazione è la mancanza di supporto logistico. Mentre le squadre professionistiche possono contare su autobus privati, voli charter e strutture di accoglienza, i club dilettantistici devono spesso affidarsi a soluzioni di fortuna, come autobus di linea o auto private. Questo non solo aumenta i costi, ma espone anche i giocatori a rischi maggiori e a situazioni di stress, che possono influenzare le loro prestazioni in campo.

L’annuncio di un club dilettantistico: “Impossibile fare trasferte così lunghe”

Nel contesto di queste sfide, una squadra di Promozione ha recentemente deciso di non disputare le trasferte più lunghe del campionato, accettando la sconfitta a tavolino pur di non gravare ulteriormente sulle casse societarie.

Questa scelta ha riacceso il dibattito sulla necessità di un sostegno maggiore per le realtà sportive più piccole, che spesso sono costrette a prendere decisioni dolorose per restare a galla. L’importanza di un supporto più strutturato e di soluzioni più sostenibili per queste squadre è diventata evidente.

Maratea Serie D 3-0 a tavolino

Dalla Serie D in giù il problema persiste: arriverà il 3-0 a tavolino

Un esempio recente è quello del Maratea, squadra del piccolo paese lucano che affaccia sul Mar Tirreno, che ha rinunciato a disputare alcune delle trasferte più impegnative dal punto di vista logistico ed economico. La decisione ha sollevato molte polemiche, ma il club ha spiegato che i costi per affrontare i viaggi oltre i 200 km erano insostenibili. “Non possiamo permetterci di spendere cifre esorbitanti per ogni trasferta”, ha dichiarato il presidente del club. La nostra priorità è mantenere viva la squadra e continuare a giocare a calcio, anche se ciò significa dover accettare qualche sconfitta a tavolino”.

Il Maratea ha infatti preferito concentrarsi sulle partite in casa e su quelle trasferte più vicine, cercando di ottimizzare le risorse disponibili. Questa scelta, per quanto difficile, dimostra la realtà di molte squadre dilettantistiche in Italia, costrette a fare i conti con budget limitati e sfide logistiche complesse. La loro storia evidenzia la necessità di riforme nel calcio dilettantistico, per garantire una maggiore equità e sostenibilità per tutte le squadre, indipendentemente dalla loro posizione geografica o dalle risorse economiche a disposizione.