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Sinner, colpo di scena nel processo doping: accusato per “via transdermica” | Rischia la carriera

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Colpo di scena nel caso doping di Sinner

Non c’è pace per Jannik Sinner. I problemi del caso doping in cui è coinvolto sono tornati prepotentemente a galla, non lasciando al numero uno del tennis mondiale neanche il tempo di festeggiare il suo ultimo trofeo.

L’altoatesino, infatti, nella giornata di sabato 19 ottobre ha vinto il torneo-esibizione Six Kings (a cui partecipavano i sei “re” protagonisti del tennis Djokovic, Nadal, Rune, Medvedev, Alcaraz e lo stesso Sinner) che si è giocato a Riyad, in Arabia Saudita, con in palio un montepremi da 6 milioni di dollari per il vincitore.

Sinner si è preso la rivincita per le sconfitte subite nel 2024 in semifinale sia ad Indian Wells che al Roland Garros e la più recente in finale a Pechino sullo spagnolo Carlos Alcaraz, battendolo con il risultato di 6-7 6-3 6-3

L’italiano e lo spagnolo quest’anno si sono divisi la posta degli slam in maniera equa; Sinner ha trionfato agli Australian e agli Us Open, mentre Alcaraz ha vinto il Roland Garros e Wimbledon. Una rivalità, quella tra i due, che è già storia e che a molti ricorda l’epico dualismo tra Federer e Nadal. Ora, però, per Sinner è nuovamente tempo di pensare ai guai in cui è coinvolto e che potrebbero fargli rischiare la carriera.

L’accaduto

Il 20 agosto 2024, l’ITIA, ente preposto ai controlli anti-doping nel tennis, ha reso nota la conclusione di un’indagine su Sinner, inizialmente aperta dopo che, durante il torneo di Indian Wells era risultato positivo per due volte al Clostebol, uno steroide anabolizzante proibito. L’altoatesino era stato inizialmente sospeso dalle competizioni in via provvisoria dal 4 al 5 aprile e poi ancora dal 17 al 20 dello stesso mese, ma è stato reintegrato dall’organismo di controllo dopo aver fornito spiegazioni sull’accaduto. Sinner si è giustificando spiegando di essere stato contaminato accidentalmente dal suo fisioterapista Giacomo Naldi, che in quei giorni stava usando un farmaco contenente Clostebol per curarsi un taglio alla mano e aveva poi massaggiato regolarmente Sinner senza indossare guanti, causando così una contaminazione per via transdermica.

Un tribunale sportivo indipendente ha quindi stabilito che Sinner non aveva commesso nessuna violazione, né negligenza all’epoca dei fatti, e pertanto il tennista non ha subito alcuna sanzione; tuttavia, in accordo con il World Anti-Doping Code, ha perso i punti conseguiti nel raggiungimento della semifinale a Indian Wells e il montepremi guadagnato. Il 28 settembre 2024, è stata resa ufficiale la decisione dell’Agenzia mondiale antidoping di assoluzione sancita dal tribunale sportivo indipendente, facendo appello al Tribunale Arbitrale dello Sport e richiedendo una squalifica dalle competizioni fino a due anni. Il numero uno del tennis mondiale è stato scagionato dopo un processo dall’ITIA stessa che aveva archiviato la vicenda ritenendo l’atleta “non colpevole e non negligente“.

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La posizione dell’ITIA

Il 17 ottobre, attraverso un comunicato del ceo Karen Moorhouse, l’ITIA ha voluto spiegare meglio la sua posizione. Nel comunicato si legge che la responsabilità dell’ITIA è quella di lavorare con i membri della famiglia del tennis per garantire che ci sia fiducia nel processo, promuovendo anche un dialogo con i giocatori, con i loro rappresentanti. Inoltre, si evince tanta consapevolezza del fatto che il caso che ha coinvolto Sinner sia stato al centro dell’attenzione e ha provocato tanti commenti e tante speculazioni, in seguito alla decisione dell’ente di non attribuire nessuna colpa al giocatore.

Nella nota, inoltre, si sottolinea che il processo è definito dal Codice mondiale antidoping, stabilito dall’Agenzia mondiale antidoping, e dal Programma antidoping del tennis. Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si svolge un caso è determinato dalle sue circostanze, dai fatti e dalla scienza”.